Domani sera, con l’intervista di Emmanuel Macron sulle due principali reti tv (Tf1 e France2, la prima privata, la seconda pubblica), la Francia aspetta chiarimenti sulla strategia di lotta al Covid. Il primo ministro, Jean Castex, ieri ha avvertito che il paese sta vivendo una «seconda ondata forte» e che «nulla è escluso quando osserviamo la situazione degli ospedali»: dei lockdown locali, «una risposta graduata e territorializzata», potrebbero venire imposti, mentre un «riconfinamento generale deve essere evitato con tutti i mezzi». Le limitazioni per le riunioni private, come in Gran Bretagna, sono «giuridicamente impossibili» in Francia. Le vacanze d’autunno – 15 giorni nella scuola – si avvicinano, ma per il momento non sono previste limitazioni per gli spostamenti.

Intanto, qualcosa si muove a livello Ue, per «facilitare le cose per i cittadini». Ieri, la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha informato che di fronte al patchwork di decisioni, ormai nei 27 verrà adottato un «codice colore uniforme, fondato su criteri comuni», basati sui rischi: rosso, arancione, verde. I 27 governi comunicheranno sul sito ReopenEu le decisioni prese per chi si sposta, mentre chi viaggia «per ragioni essenziali, chi lavora nei trasporti o chi viaggia per ragioni famigliari importanti non sarà tenuto a sottoporsi a quarantena».

In Francia, Tolosa e Montpellier raggiungono Parigi, Marsiglia, Lille, Grenoble, Lione, Saint-Etienne sono zone di «massima allerta», con restrizioni per le aperture di bar, palestre e piscine, limitazioni degli orari di vendita per le bevande alcoliche. Castex ha annunciato che il 22 ottobre arriverà una nuova versione dell’app per tracciare le infezioni, StopCovid finora è stato un flop, solo 2,6 milioni, ha ammesso il sottosegretario al digitale, Cédric O, per «mancanza di fiducia» nella parola dei politici. In Francia è molto forte la perplessità, la messa in dubbio delle direttive venute dal governo.

Castex ha ammesso che quest’estate i francesi hanno considerato che «il virus era scomparso» e hanno allentato. I dati sulla diffusione della pandemia sono rimessi in causa, si diffonde la critica verso un governo che non ha migliorato la situazione ospedaliera, mentre oggi nella regione parigina i letti in rianimazione sono già occupati al 50% e nelle grandi città di provincia al 30%. Il governo promette altri 4mila letti “alla domanda”, ma c’è timore per la deprogrammazione di interventi non Covid.

Gli ospedali denunciano una mancanza di personale, il 15 la Cgt organizza uno sciopero per pesare sulla discussione sul bilancio della Sécurité sociale che sarà discusso a giorni all’Assemblée. Secondo un sondaggio, il 40% del personale infermieristico vorrebbe cambiare lavoro, «partiamo in guerra con un esercito molto meno importante e meno determinato» della scorsa primavera, denuncia un primario.

Il Covid è diffuso, quindi saranno impossibili eventuali trasferimenti di pazienti tra regioni. E i francesi pensano soprattutto alle conseguenze sull’economia, malgrado le consistenti misure di sostegno: entro l’anno, un milione di poveri in più in Francia (+800mila disoccupati). A fine settimana saranno annunciate misure per combattere la povertà, al di là del piano France Relance da 100 miliardi.