La giustizia francese ha ordinato ieri la perquisizione dei domicili dell’ex primo ministro, Edouard Philippe, dell’ex ministra della sanità, Agnès Buzyn e del suo successore ora in carica Olivier Véran, dell’ex portavoce del governo Sibeth Ndiaye, e del direttore generale della Sanità, Jérôme Salomon. I tempi della perquisizione, il giorno dopo l’intervento di Emmanuel Macron e l’annuncio del coprifuoco a Parigi e in altre 8 metropoli, sono puramente casuali. Le perquisizioni sono la conseguenza dell’apertura di un’inchiesta alla Corte di Giustizia della Repubblica (il tribunale dei ministri) lo scorso luglio, in seguito a una novantina di denunce sporte da singoli cittadini, medici, organizzazioni ecc. L’inchiesta riguarda la gestione della crisi sanitaria, molto contestata in Francia, ma per il momento non rappresenta un rischio per i politici implicati. Del resto, l’opposizione non l’utilizza per attaccare il governo.

Il primo ministro, Jean Castex, ieri ha rinnovato la “fiducia” a Véran, prima di presentare nei dettagli le decisioni annunciate la vigilia da Macron. «Da 10 giorni – ha detto Castex – è stata registrata in Francia un’accelerazione improvvisa e spettacolare» dei contagi. L’obiettivo del coprifuoco, che entra in vigore stasera a mezzanotte e che potrebbe durare almeno un mese, è «frenare l’espansione» dei contagi, «sola strategia possibile». A chi protesta, il governo risponde che i cluster individuati sui luoghi di lavoro e nelle scuole sono facilmente circoscrivibili, perché i gruppi sono conosciuti. Mentre per bar e ristoranti l’operazione risulta complicata: chiuderanno dalle 21 alle 6 del mattino, orario durante il quale la popolazione dovrà restare a casa (con delle eccezioni: chi lavora, chi ha un viaggio in treno o aereo oltre l’orario, chi ha ragioni famigliari impellenti). Il ministro dell’Economia ha precisato i nuovi aiuti per chi sarà leso economicamente. Aumenti anticipati per il personale sanitario, ieri in sciopero su indicazione della Cgt.