«Alla fine degli anni ‘80 ho avuto dei gesti inopportuni verso una giovane donna, un comportamento di cui mi pento profondamente». È l’ammissione, l’altro ieri, di un abuso sessuale commesso da monsignor Jean-Pierre Grallet, arcivescovo emerito di Strasburgo, sul quale è in corso un’indagine penale della magistratura. La settimana prima, il 7 novembre, era stato il cardinale Jean-Pierre Ricard, presidente della Conferenza episcopale francese dal 2001 al 2007 e tuttora componente del Dicastero vaticano per la dottrina della fede – che indaga sui casi di pedofilia in tutto il mondo – ad ammettere di aver abusato di una ragazza quattordicenne quando era parroco, nel 1987. Attualmente ci sono undici vescovi ed ex vescovi francesi coinvolti in casi di abusi sessuali.

Esattamente un anno fa è stato presentato il rapporto della Commissione indipendente sugli abusi sessuali nella Chiesa cattolica di Francia fra il 1950 e il 2020, voluto dai vescovi, da cui è emerso che oltre 216mila persone sono state aggredite sessualmente da circa tremila preti e religiosi pedofili, 330mila se si includono anche i laici che lavorano nelle strutture della Chiesa cattolica.