Matteo Salvini ci aveva già provato quattro anni fa. Nel 2019, all’inizio della legislazione “giallo-rossa”, presentò un disegno di legge per inasprire le pene per i reati di «lieve entità» in materia di stupefacenti. Si tratta di quei reati commessi dai piccoli spacciatori di strada, spesso assuntori, di cui le galere sono piene. Al tempo, con una mossa strategica Riccardo Magi di +Europa affiancò al progetto della Lega firmato dal deputato Riccardo Molinari una proposta di segno opposto, che depenalizzava la coltivazione domestica della cannabis ad uso personale e aboliva «l’abominio della legge Fini-Giovanardi» (parole di Magi) che si fonda sul paradigma di assoluta parità tra droghe pensanti e leggere.

Allora, la destra non aveva i voti per far passare l’ennesima crociata ideologica contro «gli spacciatori di morte» di salviniano refrain, malgrado fosse stata presentata all’indomani di uno di quei fatti di cronaca che di solito spianano lo strada al populismo penale di ogni colore. Ora ci riprova Fratelli d’Italia, con un ben diverso peso parlamentare e dunque con molte chance in più di riuscita, con una proposta di legge presentata dalla deputata Augusta Montaruli che prevede di elevare la pena massima a 5 anni di carcere per i reati di «lieve entità».

Secondo il quadro sanzionatorio vigente, le condotte di produzione, traffico e detenzione che «per i mezzi, la modalità o le circostanze dell’azione ovvero per la qualità e quantità delle sostanze» sono considerate di «lieve entità», sono punite con la reclusione da 6 mesi a 4 anni e la multa da 1.032 a 10.329 euro (articolo 73, comma 5, del T.U. 309/1990). Norme da cambiare con il primo dei due articoli della pdl perché, secondo Montaruli, rendono «al momento impossibile applicare la misura cautelare in carcere», che invece «si rende necessaria quando la condotta tipica del reato per le modalità dell’azione determini, nonostante la lieve entità, un fenomeno criminoso comunque grave con il ritorno dello spacciatore sulla strada».

Nel secondo articolo del testo invece Fratelli d’Italia vuole modificare l’articolo 85bis Dpr 309/90 che esclude i casi di lieve entità da quelli in cui si può procedere con la confisca di denaro o di beni. L’on. Montaruli intende così ampliare «il novero delle ipotesi di applicazione dell’istituto della confisca» ai casi di lieve entità.

Una proposta che il segretario di + Europa considera «demenziale»: «Non avrà alcun effetto in termini di riduzione delle sostanze in circolazione – riflette Riccardo Magi – ed è anche la prova definitiva che tutta la retorica del ministro Nordio sul carcere come extrema ratio e sulla depenalizzazione dei fatti di lieve entità non ha alcun valore». Ricorda peraltro Leonardo Fiorentini, segretario di Forum Droghe, che «le nostre carceri sono piene zeppe di persone accusate di spaccio, per lo più pesci piccoli» e che «il 35% dei detenuti in Italia lo è per effetto della legge sulle droghe. È il doppio della media europea (18%), molto di più di quella mondiale (22%) e di paesi che non sono certo teneri sulle droghe, come la Russia (29%)».