Convocati in fretta e furia alle otto di mattina i sindacati con sole dodici ore di anticipo, Stellantis ha finalmente ufficializzato prima dell’apertura delle Borse l’investimento per la Gigafactory di batterie per auto elettriche a Termoli. Una comunicazione scarna da parte del nuovo responsabile delle risorse umane Giorgio Manca, senza alcuna specifica né sull’inizio della produzione né sul numero dipendenti che saranno utilizzati.

SI TRATTA DELLA TERZA gigafactory di batterie in Europa dopo quelle già annunciate in Germania e in Francia, a conferma del fatto che l’Italia è ormai periferia dell’impero Stellantis, nonostante la cosiddetta «fusione alla pari» fra la francese Psa e l’italo-olandese Fca.

L’annuncio su Termoli era arrivato lo scorso 8 giugno e dunque sono passati ben quasi 10 mesi perché venisse formalizzato, lasciando passare anche il tavolo del primo marzo al Mise.
Un investimento di circa due miliardi e mezzo a fronte di 369 milioni che sborserà il governo italiano.

In realtà l’investimento non è di Stellantis ma di Automotive Cells Company (Acc), società che – sorpresa di ieri avrà Mercedes ( che «fornirà tecnologia e know-how di produzione ad Acc»), nuovo azionista paritario, allo stesso modo dell’altra francese Total.

Oggi a Termoli (Campobasso) ci sono 2.369 dipendenti che producono motori diesel, produzione che fatalmente sarà dismessa anche a Pratola Serra (Avellino) e a Cento (Ferrara).

COME ACCADRÀ anche in Frania, i lavoratori di Termoli ora di Stellantis dovrebbero essere trasferiti a Acc che li assumerà direttamente. Se in Francia è già stato sottoscritto un accordo per mantenere le condizioni contrattuali di Stellantis, in Italia ieri l’azienda ha semplicemente annunciato l’intenzione di comportarsi allo stesso modo.
«Questo investimento assicurerà il futuro della grande comunità di Termoli – si limita a commentare in una nota Carlos Tavares – . Trasformare l’impianto esistente per contribuire nella creazione di un futuro più sostenibile posiziona Acc come leader europeo nella produzione di batterie e riafferma, grazie alla collaborazione con il Mise, il ruolo dell’Italia nel sostenere la trasformazione di Stellantis in un’azienda di tecnologie dedicate alla mobilità sostenibile».

AI SINDACATI CHE DA MESI chiedono a Tavares un incontro, ieri Manca ha annunciato che «l’amministratore delegato incontrerà a breve le organizzazioni sindacali nazionali». Molto difficilmente però l’incontro avverrà prima dell’incontro già annunciato a Torino per lunedì 28 marzo con il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e il neo sindaco di Torino Stefano Lo Russo, nonostante la richiesta unitaria di tutti i sindacati.
«La Fiom considera positivo e strategico l’investimento per la produzione di batterie nel nostro paese – commentano Michele De Palma e Simone Marinelli – è necessario ora aprire un confronto per entrare nel merito che deve tutelare i lavoratori dello stabilimento e far diventare l’investimento un’opportunità di crescita. In generale è necessario un confronto sul piano industriale, sulle missioni produttive degli stabilimenti e degli enti di staff per riportare progressivamente al pieno utilizzo gli impianti», conclude la Fiom.

«LA CONFERMA dell’investimento per Termoli è un risultato concreto e positivo per il nostro paese e per gli stabilimenti del gruppo Stellantis – commenta il segretario nazionale della Fim Cisl Ferdinando Uliano – . Abbiamo chiesto all’azienda i dettagli del piano sulle tempiste di attuazione, i livelli occupazionali assorbiti e i piani di formazione professionale. L’azienda ci ha detto che saranno oggetto di un prossimo incontro», conclude Uliano.