Da due giorni centinaia di catanesi stanno manifestando, muniti di arancini, presso la banchina 19 del molo di Levante del porto di Catania a poca distanza dei migranti ostaggio della Diciotti. Chiedono di farli scendere. I manifestanti sono tenuti a distanza dalla nave, ma ieri la rete anti-razzista di Catania ha tentato di raggiungere la Diciotti con un gommone, intercettato dalla polizia. In serata un presidio di una quarantina di esponenti di Forza Nuova (autorizzato) contro i migranti ha provocato qualche episodio di tensione con l’altro sit-in, sciolta dalle forze delle ordine in tenuta anti-sommossa che hanno allontanato i manifestanti.

La mobilitazione pro-migranti è partita spontaneamente da un post apparso su facebook il 21 agosto: «Ecco mi piacerebbe che noi catanesi comprassimo 177 arancini e andassimo tutti al porto ad accogliere.» L’autore del post è l’attore e regista catanese Silvio Laviano, diplomato al Teatro Stabile di Genova e apparso nell’episodio de il Commissario Montalbano “il covo di vipere”. Per l’attore siciliano «è stata una reazione umana a una questione disumana» L’invito di Laviano è stato raccolto da altre due colleghe catanesi Nellina Laganà e Giusy Marraro ed è diventato rapidamente un evento facebook «Un Arancino per accogliere»che ha girato molto sul social network. «Perché l’arancino? perché è simbolo di amicizia, di condivisione, di cibo da viaggio» si legge sempre nel post di Laviano.

Così spontaneamente centinaia di catanesi hanno raggiunto il porto il 22 agosto sera con gli arancini come gesto di accoglienza e con le bandiere della pace. Il presidio è iniziato alle otto e mezza, i partecipanti sono arrivati alla spicciolata, tra di loro Pippo Civati fondatore di Possibile, il deputato dei radicali italiani Riccardo Magi che ha provato a salire inutilmente sulla Diciotti – c’è riuscito poi ieri. Il picco massimo della partecipazione è stato raggiunto alle dieci e mezza. Proprio in quei momenti si sono svolte le procedure di riconoscimento dei 27 minori che poi sono stati fatti sbarcare. «Uno di loro non vedeva bene, aveva le pupille dilatate, ha spiegato di essere stato tenuto per un anno al buio nel centro di detenzione libico», ha racconta una psicologa di Médecin sans frontière. All’una i manifestanti hanno abbandonato il molo di Levante dandosi appuntamento per la mattina successiva stavolta senza l’arancino.

Ieri il numero dei partecipanti è stato inferiore. Oltre a associazioni e a movimenti (Save The Children, Amnesty International, Potere al Popolo) arrivano anche l’europarlamentare Daniele Viotti e Laura Boldrini e il consigliere regionale catanese Claudio Fava. I parlamentari sono riusciti a salire tutti a bordo, così come sono salite i deputati del Pd Faraone e Miceli.

Sempre ieri, la Cgil, l’Anpi, l’Arci, Legambiente e Libera hanno comunicato di aderire al presidio: «Il comportamento del governo non solo è deplorevole ma irresponsabile. Non si può accettare che delle istituzioni continuino ad avere un atteggiamento superficiale e disumano nei confronti dei più deboli. L’ostinazione a non far attraccare una nave della Guardia Costiera – si legge ancora nel comunicato – è una palese violazione del codice penale oltre che della Carta costituzionale». Carla nespolo, presidente dell’Anpi, ha dichiarato che «A Catania si sta consumando l’ennesimo, feroce attacco alla Costituzione. È ora che si ponga un freno definitivo a questa suddivisione delle persone in scompartimenti razziali e al quotidiano gioco al massacro dei diritti umani posti in essere dal ministro dell’Interno». Oggi la Cgil ha annunciato un presidio dalle ore 11 con l’adesione di delegazioni da tutta la Sicilia.