Internazionale

Exploit a destra, un turco su 5 vota un partito ultranazionalista

Exploit a destra, un turco su 5 vota un partito ultranazionalistaSostenitrici del presidente Erdogan per le strade di Istanbul dopo il voto del 14 maggio – Ap/Francisco Seco

Turchia A fazioni "estreme", sia laiche che religiose, vanno circa 13,5 milioni di consensi. Tanti quelli strappati all’Akp del presidente Erdogan. I «lupi grigi» crescono di un seggio. E sul presidente decide il destrorso Ogan

Pubblicato più di un anno faEdizione del 17 maggio 2023

In Turchia, se per decidere il prossimo presidente si andrà al ballottaggio, le elezioni politiche si sono concluse. Intanto alcuni partiti presentano ricorsi e chiedono il riconteggio: la formazione del parlamento potrebbe subire alcune variazioni. Di certo le politiche del 14 maggio hanno visto la notevole crescita dei partiti di destra nazionalisti laici ma anche fondamentalisti. Analizzando i primi dati possiamo dire che questi voti provengono in parte anche dall’elettorato del partito del governo, Akp.

Yeniden Refah, formazione politica fondamentalista e omotransfobica, ha partecipato alle elezioni sotto l’ombrellone della coalizione del governo, Alleanza della Repubblica (Cumhur Ittifaki) ma con la sua sigla. Così, è riuscita a raccogliere 1,5 milioni di voti e a mandare ad Ankara cinque parlamentari.

ANCHE la formazione partitica dei «lupi grigi», ossia il Partito del Movimento Nazionalista (Mhp) ha partecipato alle elezioni nella stessa lista e con il suo simbolo. Anche se ha perso l’1% rispetto alle elezioni del 2018 ha aumentato il numero dei suoi parlamentari di uno arrivando a 51.

Un’altra formazione nazionalista è Iyi Parti, nella principale coalizione dell’opposizione, l’Alleanza del Popolo (Millet Ittifaki). Nelle elezioni del 2018 aveva ottenuto il 9,96% dei voti, invece la scorsa domenica ha ottenuto il 9,88% e ha aumentato i suoi parlamentari di un posto portandone ad Ankara 44. L’ultimo risultato significativo per i partiti di destra è il “successo” del Partito della Vittoria (Zafer).

Questa nuova formazione ultranazionalista e xenofoba ha ottenuto il 2,23% dei voti (1,2 milioni) nella sua prima esperienza. Dato che ha partecipato alle elezioni da sola ha subito la discriminazione dello sbarramento elettorale del 7%: non sarà rappresentata in parlamento.

IN TOTALE i voti dell’elettore nazionalista e fondamentalista sarebbero circa 13,5 milioni. Secondo la professoressa universitaria Betul Aydogan Unal, dell’Università di Ege, esiste un sostanzioso gruppo composto dagli elettori di destra alla ricerca di un’alternativa all’Akp: «L’elettore che non voleva votare per il partito di Erdogan ma non voleva uscire fuori da quella coalizione ha votato per il Mhp o per Yeniden Refah. Verifichiamo questo comportamento sopratutto nelle città in cui l’Akp ha perso parecchi voti rispetto alle elezioni del 2015 e 2018, come Istanbul, Konya, Bursa, Kocaeli e Ankara».

Invece, secondo la docente universitaria Bilge Yabanci, dell’Università di Northwstern, una parte dell’elettore dell’Akp che ha deciso di votare per il Mhp si è allontanato dal suo storico partito per la sua posizione sessista e omotransfobica cresciuta notevolmente in questi ultimi mesi.

Sempre secondo Unal il successo del partito xenofobo Zafer è legato alla sua promessa di deportare tutti i rifugiati siriani in Siria: «Il consenso principalmente viene dalle grandi città dove da tempo è in crescita il numero dei rifugiati e dove parecchi partiti politici costruiscono le loro politiche su questo tema».

LA POSIZIONE/REAZIONE dell’elettore nazionalista è stata registrata anche nel voto presidenziale. Sinan Ogan, il candidato dell’Alleanza Ancestrale (Ata), ha ottenuto il 5,17% dei voti, 2,8 milioni di consensi. Ogan è stato il candidato di una coalizione dove era presente anche il partito Zafer. Durante la campagna elettorale Ogan ha messo al centro della sua propaganda il rimpatrio immediato e senza condizioni di milioni di rifugiati presenti in Turchia.

Le cittadine e i cittadini residenti all’estero voteranno per il ballottaggio dal 20 al 24 maggio, mentre in Turchia si torna alle urne il 28. Quel 5,17% che ha raccolto l’ultranazionalista Ogan è decisamente prezioso sia per Kilicdaroglu sia per Erdogan. Nelle sue prime dichiarazioni subito dopo il voto Ogan si è dichiarato disposto a negoziare per decidere chi appoggiare, ovviamente dettando le sue richieste politiche.

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento