«Nella festa di San Pietro Claver, amico di schiavi e poveri, preghiamo per una soluzione umanitaria per le 27 persone salvate dalla petroliera Maersk Etienne». L’arcivescovo maltese C. J. Scicluna ha affidato a un tweet la richiesta di mettere fine alla sofferenza dei naufraghi intrappolati da 36 giorni sulla nave danese.

Da Malta li dividono poche miglia e l’ostinazione del premier laburista R. Abela a negare lo sbarco. Intanto una strana dichiarazione del governo di Copenaghen ha tinto di giallo la vicenda.

Nonostante il salvataggio sia stato coordinato da La Valletta, come dichiarato da Maersk e dal capitano Volodymyr Yeroshkin, il ministro dell’Immigrazione e integrazione danese K. D. Bek ha detto a The Times of Malta: «Il nostro governo crede che la Tunisia abbia la responsabilità di ricevere le persone».

Il motivo non è stato spiegato. Tra Copenaghen e Tunisi è in corso un negoziato.