Già Platone, per esempio nel Fedro e nel Simposio, riteneva che il camminare pensoso (passeggiando), eguagliandolo al lavoro mentale, fosse una saggia pratica da coltivare, quanto mai feconda per l’educazione a quel ragionar di sé che si ritroverà poi in Sant’Agostino e nelle pagine della Vita Nova di Dante. In cammino possiamo così assomigliare ai filosofi socratici riscoprendo il piacere di vagare dialogando di cose non futili. Oppure peregrinanti audaci: ben decisi a raggiungere quei luoghi santi o leggendari, le cui mete raggiunte avranno il potere di educarci al dovere di rafforzare e testimoniare la nostra fede. IL CAMMINARE, nella...