Mosaico di storie – in cui ogni tessera, irregolare, frastagliata, è la commessura per tutte le altre – composto meticolosamente sul letto prosciugato del Tevere; o altrimenti, usando la sponda musicale, concerto grosso, concerto barocco in cui alla coralità, alla sferzata degli archi o di qualche fiato vigoroso, corrisponde il ripiegamento dell’oboe, il largo movimento dello struggimento o della riflessione: comicità e malinconia, leggerezza e riflessione (al limite anche impegno), questo è Sicccità, l’ultimo bellissimo film di Paolo Virzì, fuori concorso (e ci si chiede perché) a Venezia 79. In effetti la scena del concerto barocco è presa dal film,...