L’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione ha analizzato il dl Sicurezza, provvedimento bandiera per la Lega di Matteo Salvini, sottolineando i tantissimi profili di incostituzionalità: «L’abrogazione del permesso di soggiorno umanitario aprirà lo spazio ad azioni giudiziarie, destinate a successo in base all’articolo 10 della Costituzione. Per questure e ministero dell’Interno, come titolari del potere di riconoscimento dei permessi di soggiorno speciali, comporta un eccessivo dilatarsi della discrezionalità amministrativa». E ancora: «Quanto al trattenimento dei richiedenti asilo per determinarne l’identita, viola la Convenzione di Ginevra sullo status di rifugiato». Salvatore Fachile, avvocato dell’Asgi esperto di diritto dell’immigrazione, dettaglia i punti più critici.

Cominciamo dall’abrogazione della protezione umanitaria

Si tratta di una norma contraria alla nostra costituzione e al diritto internazionale. Il dl autorizza una forma di protezione molto limitata per casi speciali valevole un anno e non è convertibile in un permesso di soggiorno se si trova una sistemazione stabile. Si può solo chiedere il rinnovo per un altro anno. Solo chi ha già il permesso per motivi umanitari ha tempo fino alla sua scadenza per dimostrare di avere un contratto di lavoro ottenendo così la regolarizzazione. Stiamo parlando di circa 50mila, 60mila persone che rischiano di diventare irregolari. Molti di loro magari sono integrati ma hanno un impiego al nero, saranno inesorabilmente spinti verso l’illegalità.

Il sistema di accoglienza disegnato dal dl si basa su grandi Cas e taglia gli Sprar

Nei Cas ci sarà un’accoglienza essenziale: un tetto, cibo e poco altro. Mancherà la consulenza legale, psicologica o il sostegno all’integrazione sociale. Fino a oggi, nonostante un’efficienza molto più bassa, il costo dei Cas è stato pari a quello degli Sprar, Salvini intende però ridurre la spesa al giorno per migrante da una media di 35 a 19 euro, la qualità del servizio scenderà ancora. Non solo, il migrante che si trova nel Cas e presenta la domanda per il permesso di soggiorno alla Commissione non avrà alcun supporto legale, questo significa che la possibilità di vedere la richiesta accolta cala drasticamente.

E il diritto alla salute?

In pratica non dovrebbero esserci conseguenze, ma in pratica non sarà così perché viene eliminato il diritto all’iscrizione all’anagrafe per chi è in attesa che la domanda venga accolta. Avrà la residenza nel Cas ma non una carta d’identità. In queste condizioni, senza il sostegno dei mediatori, è difficile per un migrante che magari non parla italiano far valere i propri diritti quando le strutture fanno resistenza. Così come sarà difficile ottenere un conto corrente in banca, essenziale per avere un contratto di lavoro regolare. Tutti questi elementi faranno crescere le tensioni sociali e l’insicurezza.

Ma Salvini giustifica il dl con l’esigenza di maggiore sicurezza

Lo scopo del dl è nascondere la gestione dell’accoglienza ai cittadini o a chi si occupa di diritti umani. Il dl spinge perché si applichino le procedure di frontiera: l’accesso alle procedure avverrà soprattutto in luoghi come gli aeroporti o i porti di arrivo, dove i migranti verranno bloccati, messi in strutture chiuse di identificazioni per lunghi periodi, in stato di detenzione amministrativa, dove le pratiche verranno valutate con iter accelerati. Lontano dagli occhi degli italiani o di chi potrebbe aiutarli a reclamare i loro diritti civili, con poche garanzie per opporsi all’autorità giudiziaria.

Cosa si potrà fare dopo l’approvazione del dl?

Inizierà una battaglia per arrivare alla Corte costituzionale. L’Asgi, ma anche tutte le altre realtà che si battono contro il dl, dovranno passare da un giudice di primo grado che accolga la domanda e sollevi il dubbio di costituzionalità presso gli ermellini. Si tratta di un procedimento lungo e costoso che, in ogni caso, non è la soluzione perché la soluzione può essere solo politica. Arrivare alla Corte costituzionale serve a limitare danni che si saranno già prodotti.