Se le presidenziali avevano incarnato il grande sogno del Front National di accedere alla guida del paese, con le elezioni legislative di oggi l’estrema destra è costretta a più miti consigli. Sconfitta da Macron, alla vigilia del voto Marine Le Pen misura ancora la delusione del suo partito e il crescere delle contrapposizioni interne. Così, come già all’indomani delle regionali del 2015, anche in questo caso la possibile crescita in termini di consensi – il Fn è dato al 18% record per consultazioni politiche, ma al ribasso rispetto al 23,5% delle presidenziali – potrebbe perciò tradursi in scarsi risultati. Complice il sistema elettorale, ma anche il riaffacciarsi del «fronte repubblicano» anti-Fn. Oltre all’impreparazione e al profilo razzista di molti candidati che smentiscono nei fatti la strategia anti-demonizzazione inaugurata proprio da Le Pen.

Secondo i sondaggi, il Fn potrebbe eleggere tra i 5 e i 15 deputati, qualche istituto si spinge fino a 25. Numeri sufficienti per formare un gruppo parlamentare, ma lontano dai 35 che nel 1986, vigente il proporzionale, Jean-Marie Le Pen portò all’Assemblea nazionale.
Consumata la rottura con l’ex gollista Nicolas Dupont-Aignan, del drappello parlamentare frontista dovrebbero far parte, oltre a Marine Le Pen, Philippe Olivier, marito di sua sorella Marie-Caroline, Bruno Bilde, consigliere di Marine, entrambi candidati nel Nord, il numero 2 del Fn, Florian Philippot, che corre in Lorena, suo fratello Damien Philippot, nell’Aisne, e Gilbert Collard, deputato uscente eletto nel Sud. Quanto a Marion Maréchal – Le Pen, anch’essa già in parlamento, ha annunciato all’indomani delle presidenziali il proprio, momentaneo, ritiro dalla politica.

In realtà, proprio il passo indietro compiuto dalla giovane deputata, capofila dell’area più tradizionalista, favorevole a un’alleanza con la destra conservatrice e a una linea liberale in economia, al contrario di quella anti-euro, anti-Ue e più statalista guidata da Philippot, ha fatto emergere la profonda frattura che divide la leadership frontista e che già annuncia una possibile resa dei conti nel prossimo congresso.

Proprio la campagna per le legislative ha anche messo in risalto quale sia spesso il vero volto del Fn. Il sito d’informazione BuzzFeed ha seguito in particolare molti candidati frontisti sui social, denunciando un gran numero di commenti razzisti, antisemiti, omofobi, complottisti e, soprattutto, islamofobi. Da chi evoca la teoria della «sostituzione di popolo» da parte dei migranti, a chi paragona gay e pedofili, a chi chiede che siano accolti solo rifugiati cristiani, fino a chi parla di «pericolo ebraico».

Marine Le Pen non ha ritenuto di dover sospendere nessuno. «Certo – ha dichiarato la presidente del Fn -, alcune frasi sono scioccanti, ma per il resto si tratta di considerazioni politiche che in Francia siamo ancora liberi di fare».