Dall’inizio dell’anno fino al 21 novembre sono state uccise 104 donne, quasi 10 al mese; dal 2012 al 2022 gli omicidi in Italia sono calati, a diminuire sono stati anche i femminicidi ma meno della media generale. A testimoniarlo è il report interforze «Il pregiudizio e la violenza contro le donne» presentato ieri a Roma in collaborazione con l’università La Sapienza. Nel decennio 2012-22 al deciso calo delle uccisioni, pari al 44%, è corrisposto un decremento delle vittime di genere femminile del 28%. Nel 2012 l’incidenza delle vittime maschi era del 69% e quella delle vittime donne del 31%; nel 2021 le analoghe incidenze sono state, rispettivamente, del 61% e del 39%.

NEL PERIODO gennaio-settembre 2022, sono stati registrati 221 omicidi con 82 vittime donne (meno 9% rispetto al 2021), 71 uccise in ambito familiare/affettivo (meno 8% rispetto al 2021). Di queste, 42 hanno trovato la morte per mano del partner o ex partner (meno 19% rispetto al 2021). Negli ultimi nove mesi, la percentuale dei partner o ex assassini è scesa da circa il 70 al 59%, mentre sono aumentati gli omicidi commessi da genitori o figli (31%) o da altro parente (10%). Nel periodo 2021 – 2022 negli omicidi volontari di donne in ambito familiare/affettivo è preminente l’uso di armi improprie o bianche (31 casi nel 2022, 43 nel 2021). In 19 casi sono state utilizzate armi da fuoco (16 volte nel 2021). Seguono asfissia/soffocamento/strangolamento (10 omicidi in entrambi i periodi); 10 sono stati gli omicidi per lesioni o percosse, a fronte degli 8 nel 2021. Un solo caso di avvelenamento.

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LA MAGGIOR PARTE dei responsabili di femminicidio ha un’età compresa tra 31 e 44 anni (29% nel 2021 e 28% nel 2022). Seguono i 45-54enni con il 23%; gli ultra 65enni e la fascia 18-30 anni raggiungono il 19%. Netta la prevalenza degli italiani (75% in entrambi gli anni). Negli ultimi nove mesi, invece, l’incidenza maggiore di vittime (29%) si registra nella fascia d’età dai 65 anni in su. Seguono la fascia 31-44 anni (24%) e 45-54 anni (21%). Anche in questo caso prevalgono le italiane (l’81% nel 2021 e il 79% nel 2022). Il 2022 fa segnare un calo dei reati introdotti nel 2019 dal Codice Rosso. Per il reato di «deformazione dell’aspetto mediante lesioni permanenti al viso», nei primi nove mesi di quest’anno si registra un incremento pari al 17% rispetto al 2021 perché la norma ha attratto nella propria sfera ipotesi di reato prima classificate in altro modo: su 246 delitti, l’incidenza delle vittime di sesso maschile è pari al 76%, mentre è del 24% per quelle di genere femminile. Di queste ultime l’87% risulta essere maggiorenne e il 60% di nazionalità italiana. Gli autori per il 91% sono uomini.

IL PIÙ ALTO NUMERO di violazioni nei tre anni in esame si registra sui provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e di divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa: dall’agosto del 2019 al 30 settembre 2022 sono stati commessi 6.499 delitti di questo tipo (285 nel 2022), le vittime sono donne nell’82% dei casi. Quanto al revenge porn, si registra una riduzione del 20% rispetto al 2021 su un totale di 3.496 reati dall’introduzione della norma. Considerando l’incidenza rapportata alla popolazione, le regioni dove è più diffuso sono Molise, Sicilia e Sardegna; le vittime sono per il 72% donne (l’83% maggiorenne e l’87% di nazionalità italiana).

NEI PRIMI NOVE MESI dell’anno sono diminuiti del 17% gli atti persecutori, il cosiddetto stalking, reato che colpisce le donne nel 75% dei casi; diminuiscono dell’8% i maltrattamenti contro familiari e conviventi, che interessano le donne nell’81% dei casi; aumentano del 9% le violenze sessuali (4.416 nel 2022), nel 92% dei casi hanno come vittima donne, il 27% minorenni. Aumentati del 40% gli ammonimenti dei questori per violenza domestica e del 6% per stalking. Altra fattispecie introdotta dal Codice rosso è la costrizione o induzione al matrimonio: 48 gli episodi registrati in totale, 9 casi nel 2022 contro i 10 del 2021, l’87% delle vittime sono donne, il 65% straniere. «Fondamentale riflettere sul rapporto fra violenza e appartenenza religiosa, soprattutto con riferimento alle donne immigrate» il commento della premier Giorgia Meloni.