Nove persone uccise (sette studenti e due adulti, tra cui un insegnante) e 21 feriti. È il bilancio della strage avvenuta ieri mattina nella scuola 175 di Kazan, capitale della repubblica russa del Tatarstan. Un dramma che ha riportato alla memoria la strage di Beslan avvenuta in Ossezia del Nord nel 2004, quando un gruppo di oltre 30 terroristi, fondamentalisti islamici e separatisti ceceni – dopo aver occupato la «Scuola 1» della città – uccise oltre 300 persone (di cui 186 bambini) ferendone oltre 700 dopo l’irruzione delle forze speciali nell’edificio. Una strage che, come allora, si è consumata al rientro dalle vacanze, dopo il ponte iniziato il 1° maggio scorso e terminato con la Giornata della vittoria: ma sta volta il movente non è di natura terroristica. Artefice del massacro un ex studente della scuola di 19 anni, Ilnaz Guliyev, che stando alle informazioni diffuse dalle autorità avrebbe agito da solo: l’ufficio del presidente della repubblica del Tatarstan ha smentito una serie di notizie che inizialmente riferivano di due assalitori.

Il ragazzo, secondo quanto riferito dalla Guardia nazionale russa, era in possesso di un’arma regolarmente registrata e ottenuta legalmente, e ha dichiarato di avere agito «per odio». In un estratto del suo interrogatorio condotto dalla polizia, il giovane avrebbe affermato di essersi reso conto «due mesi fa di essere un dio», e di aver iniziato «ad odiare tutti ancora di più». Nel frattempo, le autorità sanitarie hanno fatto sapere che allo stato attuale non vi è la necessità di trasferire i feriti a Mosca per ricevere un trattamento adeguato. «Una decisione finale sarà presa a breve», hanno aggiunto, sottolineando che tra i ricoverati sono sei i bambini che si trovano in reparti di terapia intensiva, mentre due sono in condizioni critiche e non possono essere trasportati.

Sono diversi, secondo quanto riferito da testimoni oculari, i ragazzi che sarebbero saltati giù dalle finestre del terzo piano dell’edificio, presumibilmente per sfuggire all’assalitore.

Mentre si moltiplicano i messaggi di cordoglio da parte della comunità internazionale, il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov ha annunciato una richiesta del presidente Vladimir Putin per introdurre misure più stringenti per l’ottenimento del porto d’armi dopo la strage di ieri. «Spesso accade che fucili da caccia vengano registrati come armi di piccolo calibro, e questo è uno dei problemi che la Guardia nazionale dovrà risolvere in fretta», ha detto, riportando anche le condoglianze del presidente ai familiari delle vittime. Tra i tanti messaggi di cordoglio anche quello del segretario generale delle Nazioni Unite oggi in visita a Mosca, Antonio Guterres, che ha «condannato fermamente questo atto di violenza insensata».