La liaison d’amore tra il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove e il corpo della Polizia penitenziaria inquieta l’opposizione.
Inquieta il Pd e il verde Angelo Bonelli che chiedono ai ministri dell’Interno e della Giustizia «spiegazioni riguardo la presenza degli agenti della polizia penitenziaria alla festa di Capodanno del sottosegretario Delmastro». «È necessario – scrive in una nota il deputato Avs – chiarire perché non sia stata avviata un’indagine ministeriale. Il silenzio dei Ministri Piantedosi e Nordio su questa vicenda è estremamente preoccupante – continua Bonelli -. Questo atteggiamento conferma, ancora una volta, un’attenzione maggiormente rivolta agli equilibri politici della maggioranza di governo piuttosto che alla trasparenza a tutela delle istituzioni».

E preoccupa molto anche Matteo Renzi che ieri ha invocato le dimissioni del sottosegretario alla Giustizia in quota al partito di Giorgia Meloni: «A quella festa, seduti tra i commensali, non solo era presente la scorta ma perfino i loro parenti. Delmastro – ha dichiarato a Repubblica l’ex presidente del Consiglio e leader di Italia Viva parlando della festa nella Pro loco di Rosazza finita a pistolettate con un trentunenne ferito ad una gamba – usa la polizia penitenziaria come una falange privata. Hanno una concezione privata delle istituzioni. La polizia penitenziaria è un organo dello Stato, non una riserva di voti di Fratelli d’Italia».

TUTTI I GRUPPI ANNUNCIANO interrogazioni parlamentari sul tema: lo fa il M5S con la deputata Valentina D’Orso che chiede al ministro Piantedosi se il deputato di Fd’I Emanuele Pozzolo, a cui appartiene l’arma che ha esploso il colpo, «nell’immediatezza del fatto sia stato sottoposto al test per la rilevazione del tasso alcolemico».

E lo fa il gruppo dei parlamentari del Pd, impegnati già da giorni in verità a cercare di fare luce anche su un’altra vicenda, ambientata sempre in quel del Piemonte e che coinvolge ancora una volta i vertici della Polizia penitenziaria: il 27 dicembre scorso infatti sui giornali locali è stato sollevato il caso della rimozione del comandante Roberto Streva – dopo vent’anni di servizio e a poche settimane dalla pensione – dai vertici del Nucleo investigativo regionale (Nir) piemontese della Polizia penitenziaria. Al posto del sostituto commissario Streva – avvicendamento richiesto con forza dal sindacato Sappe, secondo il quale il dirigente del Nir per anni ha rivestito quel ruolo senza avere la qualifica adatta – è andato il commissario Leonardo Colangelo. In realtà, però, i requisiti hanno poco a che vedere con questa storia, perché a differenza che per l’ufficio centrale, il comando del Nucleo investigativo regionale non è un posto messo a bando di interpello. La scelta, invece, è a completa discrezionalità del provveditore regionale. Roberto Streva però – secondo «radio carcere» – si sarebbe distinto “troppo” per la sua collaborazione con le procure che indagano sulle presunte violenze sui detenuti nei penitenziari di Biella, Ivrea, Cuneo e Torino, e per questo sarebbe stato sostituito prima del previsto. Ma sono voci senza alcun riscontro reale, tanto che al momento attuale le indagini sulle presunte torture sono ancora svolte dalla Polizia penitenziaria e sotto la coordinazione del nuovo comandante Colangelo. Con la benedizione delle procure.

INTANTO IL FASCICOLO aperto a Biella sul Capodanno pistolero di Rosazza, che ipotizza per Pozzolo i reati di lesioni, accensioni pericolose e omessa custodia di arma dopo la querela formale dell’elettricista ferito, Luca Campana, si è arricchito dei rilevamenti su entrambe le mani e sugli indumenti che Pozzolo indossava quella sera. Il deputato di Fd’I ha nominato a sua difesa l’avvocato Andrea Corsaro, sindaco di centrodestra di Vercelli che quest’anno ha vietato nella sua città fuochi d’artificio e botti. Troppo pericolosi, a suo dire.