Mentre a Bari non si scioglie lo stallo tra i due candidati sostenuti da Pd e M5S, nonostante lo sforzo dei pontieri, da Torino arriva un’altra tegola sul fronte giallorosso. Non solo i 5S hanno ufficializzato ieri la loro candidata alle regionali di giugno, Sarah Disabato, uno delle più agguerrite contro il Pd, ma Chiara Appendino mette il dito nella piaga di un’inchiesta che riguarda Salvatore Gallo, padre di un consigliere regionale Pd. Anche qui, come per l’ex assessora pugliese Anita Maurodinoia, l’accusa è voto di scambio. «Che ci fossero dei problemi politici ad oggi irrisolti nel Pd torinese penso fosse una cosa nota a tutti». Altra bordata: «Dall’inchiesta della procura di Torino emerge un quadro desolante della politica, spero che non si voglia nascondere la testa sotto la sabbia».

DALLE ALPI AL TAVOLIERE, l’assedio di Giuseppe Conte a Schlein sulla questione morale si fa sempre più incalzante: con l’obiettivo, neppure troppo nascosto, di accorciare le distanze in vista delle europee. Dal Pd il deputato romano Andrea Casu accusa Conte di agitare una «questione morale double face che serve solo ad aiutare la destra».

E cita la condanna a 8 anni per lo stadio della Roma dell’ex presidente del consiglio comunale di Roma Marcello De Vito, all’epoca grillino e poi fuoriuscito: «Come minimo ci aspettiamo che Conte ritiri la tessera di Virginia Raggi. Altrimenti significa che per lui la legalità non solo è negoziabile ma è una questione da agitare a là carte solo contro il Pd».

È PASSATO POCO PIÙ di un mese dagli abbracci a Cagliari dopo la vittoria di Todde di fine febbraio, e le relazioni tra Pd e 5S sono precipitate ai tempi dell’estate 2022. A Bari la situazione è inchiodata alla clamorosa rottura di giovedì scorso, quando Conte ha fatto saltare le primarie previste per oggi dopo l’arresto del marito dell’assessora regionale Maurodinoia, accusata col marito di compravendita di voti.

Venerdì sul palco con Schlein Leccese ha aperto all’ipotesi di un passo indietro di entrambi i candidati per trovare una terza figura in grado di riunire la coalizione, soluzione a cui lavorano Sinistra italiana e un pezzo di Pd con Bettini e Orlando. Laforgia invece non vuole sentirne parlare e, col sostegno di Conte, si prepara ad una corsa in solitaria.

MA L’APPOGGIO DEL PARTITO di Fratoianni, furioso per la scelta unilaterale e non condivisa che ha fatto Conte, è tutt’altro che scontato. Ed è anche per questo che la divisione ancora non è ancora scontato che il centrosinistra si presenterà con due candidati l’un contro l’altro armati. «Mi pare un po’ difficile che debba essere proprio io a fare un passo indietro», ha detto ieri Laforgia a Huffpost. «A due mesi dalle elezioni non c’è tempo per cercare non si sa chi e non si sa perché. Dopodiché, se hanno una proposta, la facciano. La valuteremo». E ancora: «Confrontiamo il profilo dei candidati e decidiamo chi può rappresentare meglio la coalizione sapendo quel che sta succedendo a Bari, e mi riferisco alle inchieste giudiziarie». Tradotto: lui non si ritira.

SCHLEIN, DAL CANTO SUO, ha ribadito il sostegno a Leccese, «persona specchiata»: «Abbiamo sempre lavorato per l’unità e continueremo a farlo, e sosterremo Vito anche se vorrà tentare ancora il dialogo per trovare una soluzione unitaria, ma senza accettare alcuna imposizione». Lui, ex capo di gabinetto del sindaco Decaro, non ha dubbi su chi sia il colpevole del caos: «Qualcuno sta usando Bari per il proprio tornaconto elettorale». Nel mirino non c’è la destra, ma il leader 5 stelle.

LA DESTRA PUNTA SULLO scioglimento del comune prima del voto di giugno: l’arrivo di un commissario per un minimo 6 mesi (ma potrebbe restarci anche oltre un anno) sarebbe una clamorosa forzatura, un vulnus democratico per i baresi che devono votare dopo 5 anni. Ma sarebbe anche l’unica vera strada per impedire la vittoria delc entrosinistra. Nel frattempo, già domani Salvini da Bari potrebbe lasciare il nome del candidato sindaco: si tratta del consigliere regionale leghista Fabio Romito. Pronto a scendere in campo per poche settimane, in attesa che il governo amico annulli le elezioni.

Conte intanto, intervistato sul Nove, lancia un velenoso ramoscello d’ulivo: «Se Elly vuole liberare il Pd da capibastone e cacicchi troverà in me il più grande partner». E replica alla segretaria: «Non è il M5S che aiuta la destra, questo è un ragionamento malato. Forse sono gli scandali della politica a favorire la destra».