È crisi diplomatica tra Germania e Russia. Ieri, a seguito di un’inchiesta condotta da Der Spiegel, la tv tedesca annunciava che l’ufficio del procuratore generale della Repubblica avrebbe aperto giovedì un’indagine sull’omicidio di un cittadino georgiano a Berlino il 23 agosto scorso, il cui autore sarebbe un agente russo del Fsb, il servizio segreto russo. Secondo il settimanale tedesco ci sarebbero le prove che a uccidere Zelimkhan Khangoshvili, un vecchio oppositore del regime putiniano durante la guerra civile cecena, sia stato un killer professionista e la sua azione sia stata pianificata a Mosca. L’autore dell’omicidio, arrestato poco dalle autorità tedesche pressoché immediatamente non sarebbe Vadim Sokolov, un russo di 49 anni come dai documenti ritrovatigli nei vestiti, ma Vadim Krasikov, 45 anni, un ex criminale comune reclutato dal Fsb nel 2015, quando Solokov-Krasikov ricevette un nuovo codice fiscale e passaporto iniziando a viaggiare per il mondo. Sono le stesse conclusioni a cui sarebbero giunti anche i servizi tedeschi, i quali ritengono che Sokolov-Krasikov abbia dimostrato di essere un agente russo anche mantenendo il silenzio più assoluto e non collaborando con le autorità durante i mesi di prigionia. Mosca ha subito respinto ogni accusa.

Il portavoce di Putin, Dmitry Peskov, ha sostenuto che il suo paese non «replica a ogni illazione che proviene da fonti giornalistiche» e di attendere comunicati ufficiali della cancelleria tedesca. Più guardingo il ministero degli esteri: Sergey Lavrov dichiarava «di non credere alle ricostruzioni e di voler comunicare con le autorità tedesche». Le quali però, dopo la fuga di notizie, decidevano di anticipare la procura e dichiaravano «persona non grata» due diplomatici russi dell’ambasciata di Berlino. Mosca rispondeva sostenendo che la decisione «è pericolosa e rappresenta un segno di inimicizia del governo tedesco» anche se si guardava bene dal fornire informazioni sul cittadino russo rinchiuso nelle carceri tedesche e annunciando come ritorsione l’espulsione di due funzionari tedeschi a Mosca.

L’impressione è che comunque, a differenza di Londra con il caso Skripal – l’ex agente russo passato al MI5, avvelenato a Salisbury assieme alla figlia nel marzo 2018 – Berlino non voglia coinvolgere l’Ue né tanto meno l’alleato americano nella crisi. Angela Merkel dovrà incontrare Putin il 9 dicembre a Parigi per la ripresa della trattativa sulla guerra del Donbass e tra pochi mesi, se non ci saranno altri motivi di frizione, inaugurare con il presidente russo North Stream, il gasdotto che porterà dalla Russia quei miliardi di gas così necessari all’industria tedesca. Anche per questa è forse disponile a chiudere, se non entrambi gli occhi, almeno uno, di fronte alla nuova poco ortodossa azione degli 007 di Mosca.