Covid ormai detta l’agenda politica, come un parassita che invade tutto. Ieri all’ultimo Consiglio europeo dell’anno, che aveva un’agenda estremamente densa – rischio di guerra in Ucraina, crisi dei migranti al confine della Bielorussia, «bussola strategica» per la difesa comune, relazioni tra la Ue e l’Africa – gran parte del tempo del vertice concentrato questa volta in una sola giornata è stato speso in discussioni e giustificazioni sulle diverse strategie anti-Covid di fronte alla minaccia Omicron.

IL COMUNICATO del Consiglio europeo non cita espressamente l’Italia e il Portogallo (o la Grecia e l’Irlanda), che hanno fatto a gradi diversi scelte individuali, ma sottolinea l’importanza essenziale di un «necessario coordinamento» tra i 27, che devono basarsi su «criteri oggettivi» prima di prendere decisioni unilaterali. Una critica non esplicita verso la decisione dell’Italia, che da ieri impone ai cittadini Ue un tampone anche ai vaccinati per entrare nel territorio. Il presidente dell’Europarlamento, David Sassoli, al suo ultimo vertice, ha ricordato che «tutte le azioni devono essere coordinate» mentre «alcuni vogliono agire da soli», quando i cittadini si chiedono a giusto titolo se dalla crisi del Covid la Ue riuscirà a costruire una politica della salute comune. Mario Draghi ha difeso la scelta del governo italiano: ha ricordato i 130mila morti e il calo del 9% del pil, sulla base di una situazione migliore degli altri – 85% di vaccinati, Omicron ancora poco presente – ha affermato che il «coordinamento» deve essere guidato dalla «precauzione». L’Italia deve «mantenere questo vantaggio a protezione del servizio sanitario nazionale». Per Draghi, non c’è stato nessuno scarto, ma solo l’attivazione del «freno d’emergenza» previsto dalle regole.

NON SONO D’ACCORDO in molti su questa tesi, il lussemburghese Bettel, il belga De Croo (che ha parlato anche a nome dell’olandese Rutte, assente per ragioni di politica interna) hanno sottolineato, in sintonia con la Commissione, che obbligare a presentare un tampone anche ai vaccinati fa correre il rischio di svalutare la vaccinazione, mentre oggi la pressione è per il booster della terza dose. La Commissione vuole far calare la reticenza verso i vaccini, soprattutto in alcuni paesi dell’est, come Romania, Bulgaria o Slovacchia, dove il tasso di vaccinati resta basso e fa correre dei rischi a tutti. Ma se i vantaggi del vaccino svaniscono, si diffonde l’idea che servano a poco se c’è bisogno ancora del tampone.

LA COMMISSIONE è stata molto irritata dalla decisione italiana di mercoledì di imporre il tampone ai cittadini Ue, presa in solitudine, senza informare nessuno, mentre le regole dicono che c’è l’obbligo di informare Bruxelles e gli altri stati membri 48 ore prima e che «resta cruciale di assicurare la proporzionalità di qualsiasi misura presa». La Commissione, inoltre, si preoccupa che tutte le misure di precauzione eccezionali abbiano la durata più breve possibile, per non ledere il principio fondamentale della libera circolazione. Ieri, al Consiglio la Grecia ha assicurato che la richiesta dei test oltre al vaccino sarà imposta solo per le vacanze di Natale. La Francia ha anch’essa imposto nuove restrizioni, ma solo nei confronti della Gran Bretagna, che non è più nella Ue e dove Omicron sta esplodendo: sono solo più permessi i viaggi «essenziali» dei cittadini francesi e Ue.

L’Eliseo ha sottolineato che non bisogna «ricadere» nella situazione del 2020 e del primo trimestre del 2021, con «chiusure disordinate» delle frontiere. Il Consiglio europeo si è poi consolato anto-congratulandosi per essere la «farmacia» del mondo e per aver esportato 350 milioni di dosi attraverso Covax (ma solo 118 milioni già consegnate), che dovrebbero salire a 700 entro il 2022. Continua il silenzio assoluto sulla domanda di levata dei brevetti, per permettere ai paesi poveri di avere un accesso più facile ai vaccini. La Banca Mondiale ha ricordato la situazione drammatica dell’Africa, dove solo l’8% è vaccinato (ci sono problemi di catena del freddo per i vaccini Arn messager), il Burundi, per esempio, al ritmo attuale riuscirebbe a vaccinare il 77% della popolazione solo nel 3214.

IN PROGRAMMA c’era anche il prezzo dell’energia, che sta aggravando la crisi. Sarà possibile, su base volontaria, unirsi per acquisti di gruppo di forniture gas, per ottenere prezzi migliori, una richiesta spagnola, anche se per Pedro Sanchez «non è ancora abbastanza». Il nuovo cancelliere tedesco, Olaf Scholz, non dovrà affrontare a breve la grana del North Stream 2, perché l’approvazione del regolatore non dovrebbe arrivare prima di giugno del 2022. Oltre a Scholz, ieri c’erano altri due debuttanti tra i capi di governo al Consiglio europeo: la svedese Magdalena Andersson e l’austriaco Karl Nehammer.