Sul caso dell’anarchico Alfredo Cospito, in sciopero della fame ormai da quasi cento giorni nel carcere Bancali di Sassari per protesta contro il regime di 41 bis cui è sottoposto da otto mesi, «la Cassazione ha deciso di non decidere», per prendere in prestito le parole con le quali l’ex Guardasigilli Andrea Orlando ha accolta la decisione della Corte suprema. La Cassazione infatti ha fissato al 20 aprile prossimo (rendendolo noto ieri) la decisione sul ricorso presentato contro il carcere duro, dopo il no del Tribunale di sorveglianza, dai legali di Cospito.

«Ha perso più di 40 chili – spiega la dottoressa Angelica Milia, suo medico personale – La letteratura medica dice che quando si perde la metà del proprio peso si verificano danni irreversibili. Non può aspettare tanto, potrebbe avere un crollo da un momento all’altro e a quel punto dovrà essere ricoverato e alimentato forzatamente. Solo che lui ha già scritto che rifiuta l’alimentazione forzata».

Nei giorni scorsi il suo avvocato, Flavio Rossi Albertini, ha presentato ricorso al ministro Nordio portando «nuovi elementi» che potrebbero dimostrare come i movimenti anarchici non siano subalterni ai proclami di Cospito, sebbene solidali. A questo punto, come esorta il dem Orlando, «l’unica possibilità sta nell’intervento del Ministro. Credo ci siano i presupposti. Sicuramente c’è l’urgenza».