Il nuovo braccio di ferro intorno alla vicenda penitenziaria di Alfredo Cospito riguarda la possibilità che il detenuto anarchico, recluso al 41 bis, possa ascoltare Cd musicali. Cospito, condannato per strage a 23 anni per due bombe esplose senza morti o feriti, ha presentato un reclamo al magistrato di sorveglianza contro il No ricevuto dal carcere di Bancali. Il 3 ottobre scorso, venti giorni prima che il tribunale di sorveglianza di Roma confermasse il regime detentivo speciale nonostante il parere della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, il giudice gli ha dato ragione. Se il «carcere duro» ha lo scopo di impedire il contatto con organizzazioni criminali esterne, ha scritto il magistrato, il divieto dei Cd ha solo un carattere afflittivo. Violando il diritto a un’innocua attività ricreativa e culturale.

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Non ci sta il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap), che il 10 ottobre ha fatto ricorso. Quel diritto sarebbe già soddisfatto dall’uso di radio e tv. Perché Cospito dovrebbe poter scegliersi la musica? L’introduzione dei Cd con relative limitazioni tecniche comporterebbe un aggravio di lavoro per il personale del carcere. Se tanti reclusi avanzassero simili richieste si potrebbe perfino determinare «un impegno difficilmente sostenibile da parte dell’Amministrazione». Il Dap sottolinea poi i rischi della musica neomelodica, di cantautori «che orbitano negli stessi territori di provenienza dei detenuti 41 bis». Anche se Cospito è originario di Pescara, né risultano neomelodici anarco-insurrezionalisti. Un ulteriore pericolo sarebbe il possibile uso dei compact disc come specchietti per comunicazioni notturne tra le celle di isolamento. Perciò, dice il Dap, se Cd saranno che non siano tutto il giorno. Deciderà il tribunale di sorveglianza di Sassari.

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