«Avevamo il permesso di sorvolo e anche l’autorizzazione per l’atterraggio». Annegret Kramp-Karrenbauer, ministra tedesca della difesa e segretaria Cdu, appare più sorpresa che arrabbiata con la Russia che ieri ha impedito al “suo” Airbus militare di effettuare il previsto scalo tecnico a Mosca.

L’aereo della Bundeswehr con a bordo i 126 tedeschi appena evacuati da Wuhan è stato costretto a fare rotta su Helsinki, dopo l’improvviso veto all’utilizzo della pista russa «a causa della mancata capacità dell’aeroporto».
«Una sorpresa» comunicata via radio alle 11.48 dai controllori dello spazio aereo moscovita, costata ai due piloti tedeschi 1 ora e 40 minuti di volo in più fino alla Finlandia, dove il jet è stato rifornito del carburante necessario a raggiungere Francoforte a metà pomeriggio.

La vicenda “allegata” alla psicosi globale sul Coronavirus rischia tuttavia di deflagrare in un vero e proprio affaire diplomatico tra Berlino e Mosca: Per questo ieri a Bonn Kramp-Karrenbauer ha tenuto, rapidamente e con il massimo risalto, a fare sapere: «Di sicuro ne discuterò con il ministro degli esteri russo nell’incontro programmato per la settimana prossima». Ma Akk è incaricata anche di trasmettere il messaggio che il governo (cioé Angela Merkel) non si accontenterà della giustificazione tecnica balbettata da Mosca. «Voglio capire quali sono state le ragioni alla base del divieto di atterraggio al nostro aereo, oltre le dichiarazioni ufficiali» avverte la ministra cristiano-democratica.

Mentre gli ospedali soprattutto in Baviera restano allertati sui 7 casi di Coronavirus conclamati, tra cui spicca il primo bambino contagiato confermato ieri: si tratta del figlio del dipendente dell’impresa Webasto (cui sarebbero legati tutti gli infettati in Germania) che nelle scorse settimane era entrato in contatto con la cinese ora ricoverata al policlinico di Shanghai.

Di fatto, tuttavia, anche in Germania l’epidemia per ora sembra limitata alla Grande paura alimentata dagli allarmi al pari delle mastodontiche contromisure. Dopo il controllo obbligatorio di tutti i lavoratori della Webasto, passati per il test di massa, negli ambienti governativi prima ancora che medici si paventa «la quarantena fino a un mese per i casi più seri». Non una parola, invece, sugli effetti collaterali della psicosi. A partire dalla sempre meno latente e sempre più manifesta sinofobia, che rischia davvero di contagiare tutta la Bundesrepublik.