Doveva essere la manifestazione giusta per mostrare «uno stato prospero e ricco», come dichiarato nel suo discorso di inizio anno dall’eterno presidente Paul Biya (al potere dal 1982), mentre la Coppa delle nazioni africane (Can 2021) ha messo in evidenza tutte le carenze organizzative e i problemi interni del Camerun.

Neanche da un punto di vista calcistico le cose hanno funzionato, visto che il sogno della nazionale camerunese si è infranto in semifinale ai rigori contro l’Egitto. I «Leoni Indomabili» sognavano di vincere la coppa in casa, ma si sono dovuti accontentare di un terzo posto ottenuto solo ai rigori contro il Burkina Faso, vera rivelazione del torneo. Il trofeo alla fine è andato al Senegal, che dopo due finali fallite, nel 2002 e nel 2019, ha sconfitto domenica l’Egitto (4-2 anche qui ai rigori, dopo 120 minuti di partita finita a reti inviolate), diventando il 15mo Paese a incidere il proprio nome nell’elenco d’oro della Can, con i giocatori che hanno fatto festa grande, cantando e ballando .

 

La festa finale dei giocatori senegalesi (Ap)

 

PRIMA DELL’AVVIO della Coppa, il 9 gennaio, si temevano possibili attentati e situazioni a rischio, soprattutto a causa delle minacce dei separatisti armati anglofoni dell’Ambazonia (nord e sud-ovest) o degli attacchi dello Stato islamico nel nord.

Se la frontiera settentrionale è stata sigillata, con oltre 5mila militari aggiuntivi, per prevenire qualsiasi problema legato a incursioni di matrice jihadista o lotte per l’acqua tra pastori nomadi e agricoltori (l’ultimo episodio a novembre 2021 con 60 vittime e 30mila profughi verso il Ciad), alcuni scontri sono stati registrati nelle province dell’Ambazonia. La squadra del Mali ha dovuto abbandonato una sessione di allenamento allo stadio di Buea a causa di una sparatoria tra ribelli separatisti e soldati. Bilancio: 4 morti e 5 feriti, da aggiungere al rapimento di un alto funzionario governativo e all’uccisione di altri due gendarmi durante i giorni della manifestazione sportiva.

MOLTI HANNO CRITICATO quello che è sembrato essere «un tentativo deliberato da parte del governo di utilizzare la Can per coprire la ribellione». Il Camerun non ha mai giocato a Limbe, nella regione anglofona, ma i tifosi locali, impauriti da possibili violenze, sono stati spinti dal governo ad andare allo stadio gratuitamente e con un allentamento delle rigide restrizioni da Covid-19, per garantire che gli stadi non fossero vuoti e preservare «l’immagine accogliente del paese».

Le misure precauzionali contro oi contagi sono totalmente saltate durante la prima partita degli ottavi di finale tra il Camerun e le Isole Comore. La disorganizzazione delle autorità ha causato la morte di 8 persone e il ferimento di altre 50 (alcune in modo grave) allo stadio Olembé, a Yaoundé. Lo stadio della capitale ha una capienza di 60mila posti ed è stato costruito appositamente per questa Coppa d’africa, ha ospitato la cerimonia di apertura, la finalissima ed è stato la “casa” della nazionale. In quell’occasione migliaia di persone si sono ammassate agli ingressi, cosa che ha causato «calca, spinte e persone schiacciate, oltre alla totale paralisi del traffico in tutta la zona, che ha complicato il trasporto dei feriti in ospedale».

PATRICE MOTSEPE, presidente sudafricano della Confederazione africana calcio (Caf), nel suo discorso di chiusura ha espresso commozione per le vittime e dichiarato che «il governo camerunese è stato responsabile di carenze organizzative, ma la Caf in quanto partner che ha autorizzato la manifestazione lo è altrettanto». Un’autocritica forse tardiva alla decisione, presa in extremis lo scorso 21 dicembre, di confermare l’avvio in Camerun dopo che, nel 2014, la stessa Caf aveva assegnato l’edizione 2019 al Paese africano, per poi ritirarla e attribuirla definitvamente all’Egitto. a causa dei ritardi in termini di infrastrutture e sicurezza.

Errata Corrige

Chiusura del torneo, vinto dal Senegal, tra le polemiche per la cattiva organizzazione. Bruciano le 8 vittime e le decine di feriti nella ressa prima degli ottavi tra la nazionale di case e le Comore. In Ambazonia sparatoria tra ribelli separatisti e soldati