La partita ultima che si sta giocando per l’accesso al vaccino che, congiuntamente a terapie efficaci e strumenti diagnostici adeguati, resta essenziale per contenere e sconfiggere il virus, si sta rivelando complessa e iniqua. A oggi oltre 234,1 milioni di dosi sono state somministrate in tutto il mondo pari a 3,1 dosi ogni 100 individui. Di queste il 75% sono concentrate in soli 10 paesi mentre la maggior parte dei paesi a medio e basso reddito sono rimasti sostanzialmente esclusi da questa prima fase della campagna vaccinale.

L’attuale pandemia ha sottolineato con grande evidenza la centralità dell’intervento pubblico, coordinato anche a livello internazionale, nel campo della ricerca e in tutto ciò che concerne la tutela della salute. Prodotti innovativi sono spesso il risultato di un impegno collettivo di enti pubblici, filantropici e privati che includono ricercatori, finanziatori, medici e pazienti, il cui risultato finale deve essere reso disponibile e accessibile a tutti quanti ne abbiano bisogno. Il ruolo dello Stato resta determinante per riequilibrare il disallineamento con l’interesse pubblico.

Non a caso nei primi giorni di complessità e incertezza della pandemia, il parlamento di Olanda, Germania, Israele, Cile ed Ecuador hanno adottato risoluzioni in cui si dichiara che l’epidemia globale di coronavirus giustifica l’uso di licenze obbligatorie per facilitare l’accesso a vaccini, farmaci e test diagnostici.

La proposta di India e Sudafrica presentata all’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) il 2 ottobre 2020 con cui si chiede una deroga ai brevetti e ad altri diritti di proprietà intellettuale su farmaci, vaccini, strumenti diagnostici e dispositivi di protezione individuale per tutta la durata della pandemia, muove da questi spunti e va oltre, puntando a concepire misure agili e globali di risposta a una situazione straordinaria.

Molti paesi del mondo con competenze e capacità tecnologiche per produrre localmente vaccini contro il Covid-19 potrebbero giovarsene aumentando la produzione e rendendo più rapida la loro somministrazione. L’Italia potrebbe trarne un enorme beneficio producendo vaccini contro il Covid-19 autorizzati dalle agenzie regolatorie anche nella prospettiva di ulteriori cicli di vaccinazione negli anni a venire. L’esportazione verso paesi senza alcuna capacità produttiva deve essere considerata.

Alla luce di tutto questo e consapevoli dell’importanza della salute come diritto fondamentale chiediamo che il Governo Italiano si impegni:

– ad operare ogni sforzo nell’ambito dell’Unione Europea, del G20 di cui ha la presidenza e dell’OMC per garantire la tutela della salute al di sopra di ogni protezione della proprietà intellettuale e per aiutare a rimuovere gli ostacoli e l’ostilità all’iniziativa di India e Sudafrica;

– a dotarsi degli strumenti normativi necessari per la piena ed effettiva attuazione di tutte le flessibilità (licenze obbligatorie, importazioni parallele) previste anche negli articoli 30 e 31 degli accordi TRIPS sulla proprietà intellettuale affinché vaccini e farmaci con potenziale trattamento per COVID-19 possano essere prodotti su ampia scala ed eventualmente esportati verso paesi senza alcuna capacità produttiva. In particolare deve essere consentita la produzione di farmaci equivalenti, l’importazione e l’esportazione di questi farmaci senza limitare, se necessario, le licenze obbligatorie al solo mercato interno del Paese dove avviene la produzione;

– a rendere i vaccini economicamente accessibili, consentendo una produzione su larga scala per soddisfare la domanda globale. È auspicabile il ricorso a meccanismi di sospensione brevettuale e controllo di prezzi per impedire che l’esclusiva della proprietà intellettuale ne ostacoli l’accesso. La capacità produttiva dovrebbe idealmente essere diffusa in tutto il mondo per mitigare il rischio di spinte nazionalistiche;

– a favorire e promuovere la condivisione trasparente dei saperi, delle informazioni sulle proprietà intellettuali esistenti, dei dati relativi alle sperimentazioni cliniche e dei contributi ricevuti nella fase di Ricerca e Sviluppo, elementi fondamentali per accelerare il progresso scientifico, per proteggere la salute pubblica comune e per favorire un accesso sostenibile al vaccino.

Primi firmatari:

Silvio Garattini, Presidente Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri

Claudia Lodesani, Presidente Medici Senza Frontiere Italia

Hanno aderito:

Mario Agostinelli, Renato Accorinti, Filippo Anelli, Alessandro Bartoloni, Riccardo Bellofiore, Maurizio Bonati, Zeno Bisoffi, Maria José Caldés Panilla, Ivan Cavicchi, Francesco Castelli, Nicoletta Dentico, Nerina Dirindin, Francesco Forastiere, Giulio Formoso, Domenico Gallo, Alfiero Grandi, Marco Geddes, Salvatore Geraci, Alfonso Gianni, Donato Greco, Roberto Leone, Domenico Lucano, Gavino Maciocco, Maurizio Marceca, Tonino Perna, Margherita Romanelli, Raffaele K. Salinari, Massimo Torelli, Gianni Tognoni, Stefano Vella, Giovanna Vertova, Massimo Villone, Vincenzo Vita, Filippo Zolesi