Sarà election day e per la prima volta in Italia i referendum abrogativi, per i quali è previsto un quorum di validità del 50% più uno degli elettori, si terranno in concomitanza con il primo turno delle elezioni amministrative. La data scelta, come anticipato dal manifesto, è il 12 giugno.

I ballottaggi, nei comuni con oltre 15mila abitanti, si terranno due settimane dopo, ormai in estate, domenica 26 giugno. La scelta di date tanto avanzate fatta ieri dal Consiglio dei ministri, così come quella di tenere le consultazioni in un solo giorno, la domenica, non favorirà certo la partecipazione già parecchio bassa nelle ultime occasioni, sia referendarie che amministrative.

Si voterà in quattro capoluoghi di regione – Genova, Palermo, L’Aquila e Catanzaro – e in altri 22 capoluoghi di provincia – tra i quali Como, La Spezia, Lucca, Messina, Monza, Oristano, Padova, Parma, Taranto e Verona – in totale in circa mille comuni per oltre otto milioni di elettori. E si voterà per cinque referendum sulla giustizia residui (uno è stata bocciato dalla Corte costituzionale, così come i più attesi quesiti sulla cannabis e l’eutanasia) , referendum chiesti formalmente dalle regioni a maggioranza di centrodestra. In realtà su iniziativa della Lega, che si è detta soddisfatta dell’accoppiamento con le amministrative, e del partito radicale che invece parla di «boicottaggio» del referendum vista la mancata informazione, fino a qui, da parte della Rai.