«I principali attacchi normativi arrivano dagli ultimi governi che fanno del mercato la via per svendere servizi e diritti già pesantemente sotto attacco», Alex Zanotelli fa l’elenco delle ultime mine seminate per costringere gli enti pubblici a cede alle multiutility i Servizi idrici: «Draghi prima, che nel decreto Aiuti bis ha posto scadenze molto ristrette ai sindaci che potrebbero sostenere una gestione pubblica dell’Acqua. Meloni poi, che addirittura peggiora il testo del ddl Concorrenza vietando di fatto la gestione dei servizi a rete attraverso l’Azienda speciale, mettendo in pericolo anche quanto realizzato a Napoli con la ripubblicizzazione del servizio con l’Abc Acqua bene comune».

Il coordinamento campano oggi alle 15 terrà un sit in davanti la regione, in via Santa Lucia, a Napoli: «A causa dei ritardi della legge regionale 15/2015, per nulla favorevole al referendum del 2011, diverse aree rischiano di vedersi calare dall’alto le multiutility, società interessate al profitto e ai fondi Pnrr. Nel beneventano si cerca di imporre Gesesa/Acea. A Napoli Nord, uno dei bacini più popolati, ci potrebbe essere la messa a gara del servizio. A Caserta il Consorzio idrico Terra di lavoro viene trasformato in Spa per poter accedere ai finanziamenti. In Irpinia, prezioso bacino di acqua del Sud, la difesa di Alto Calore a rischio di fallimento rappresenta una sfida».

Quello che sta succedendo con i fondi del Pnrr è eloquente: l’Ente idrico campano prima non ha candidato l’Abc, la scorsa primavera, ai bandi poi, dopo le proteste, ha presentato il suo progetto per 43 milioni. Il ministero l’ha valutato ammissibile ma non è stato finanziato per esaurimento delle risorse. L’unica azienda idrica in Campania a ottenere i fondi è la Gori spa per 50 milioni. Il ddl Concorrenza poi, approvato a dicembre, esclude la possibilità di gestire in house o tramite Azienda speciale il Servizio idrico. In Campania il termine ultimo per adeguarsi alla legge è il 7 febbraio, la scelta dovrà essere approvata da regione ed Eic. Se non si ottempera dovrebbe subentrare Invitalia. Al presidente De Luca gli attivisti chiedono di impegnarsi per ottenere una proroga dei termini e di attivare i consorzi pubblici, di impugnare il ddl Concorrenza e, alla scadenza della concessione della Grande adduzione primaria dell’Acqua, di costituire una società pubblica estromettendo la multinazionale Suez.

Nel salernitano, il comune di Roccapiemonte resiste all’assalto della Gori. Quando i funzionari della Spa si sono presentati per acquisire i documenti la popolazione si è schierata per impedire il passaggio di consegne, il 9 gennaio è arrivata la diffida: «L’Ente idrico campano si vedrà costretto a segnalare alle Autorità giudiziarie la valutazione di possibili ipotesi di reato e/o di danno erariale». Ieri la risposta del sindaco Carmine Pagano: «O l’Eic accetta che noi possiamo gestire il servizio idrico in autonomia oppure non lo so, altre soluzioni non le vedo».