Già mi paralizza l’idea di scrivere per ricordarti, soprattutto pensare che non vedrò più quel sorriso ironico la vivacità dei tuoi occhi. Cinquantadue anni in cui ho condiviso con te amicizia, ideali, passioni, gioie e inevitabili dolori sono tantissimi, ma l’idea che non ne seguiranno altri mi risulta inaccettabile, non assumibile neanche a me che sono un romagnolo della Vergine e quindi guidato da una razionalità spesso alcolica. Che dire di Filippo? É stato un mio grande amico, una persona con cui stavo bene, mi dava gioia vederlo, discutere, progettare, scherzare soprattutto darci una mano quando arrivavano i momenti duri...