In qualità di professoressa di Igiene Generale ed Applicata della scuola dell’Istituto di Igiene della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Padova, noto la mancanza di una indagine epidemiologica programmata che risponda alla necessità di un monitoraggio di mirata estensione per individuare i casi asintomatici e paucisintomatici tra la popolazione generale, che rimangono incogniti per entità e distribuzione.

All’interno della comunità scientifica è di comune sentire la necessità di colmare la lacuna di queste conoscenze, per converso non ha ancora trovato luogo alcuna proposta nella progettazione di un progetto esecutivo capace di rispondere di quanto sia ampia la circolazione virale con sistematicità scientifica.

Accanto agli sforzi medici per il salvataggio delle vite umane e ai test sui contagiati sintomatici e sui loro contatti, serve di dotare la ricerca di dati coerenti raccolti in base alla progettazione pianificata di una vera inchiesta epidemiologica.

Le Regioni si stanno muovendo in modo concitato, dettato dall’emergenza e con modalità differenti di raccolta dati.

Il risultato finale sarà che i dati così raccolti non potranno che rappresentare la piccola realtà che hanno monitorato, e non potranno entrare, se non con elaborate correzioni, in un big data base di carattere nazionale e internazionale.

Vi è invece la necessità di pianificare una vigilanza in base alle Raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per i dati.

L’ indagine che mi propongo di suggerire, perché manca, è riservata alla Popolazione Attiva Circolante (PAC) che si muove sul territorio per i lavori ritenuti irrinunciabili a seguito delle ultime restrizioni, adottate dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Si tratta di sviluppare una analisi volta alla individuazione dei portatori asintomatici  su campioni statisticamente rappresentativi all’interno della popolazione attiva, che ragionevolmente è compresa nell’età lavorativa tra 18 – 65 anni, e che rappresenta un pool unico  di estremo interesse epidemiologico che può essere riunito in  coorti, per diverse modalità e tipologie di contatti interumani.

Si può organizzare – per Provincie – uno screening mirato sulle diverse categorie di persone che sono autorizzate a proseguire le attività lavorative nella prestazione dei servizi essenziali, nella produzione industriale e d’impresa, e nelle attività logistiche di trasporto delle persone e delle cose.

Le tappe sono piuttosto semplici.

1- Comunicazione nominativa da parte di ogni attività lavorativa autorizzata alla Protezione Civile, al Ministero della Salute, della Ricerca Scientifica e alla Regione delle persone che si muovono per lavoro.

2- Dotare le persone di autorizzazione alla circolazione con soluzione digitale univoca.

3- Autorizzare l’uso della soluzione digitale basata su una App che utilizzi una card digitale, unica, anonima e sicura con firma elettronica e crittografica.
La card deve contenere il permesso temporaneo (ricaricato da remoto) da assegnare alle persone che, per motivi di lavoro, devono accedere e muoversi all’interno dell’area urbana o territoriale leggibile da dispositivo di controllo.
Il controllo della validità del pass virtuale avviene attraverso la lettura di un semplice codice QR di cui la card è dotata.
La card deve stabilire inoltre un canale riservato e anonimo attraverso il quale la singola persona può essere raggiunta e, nel caso si riveli positiva al test diagnostico per il Covid-19 può essere tracciata, consentendo l’individuazione delle persone con le quali è entrata in contatto, per avvisarle singolarmente in caso di necessità.

4- Sviluppare un Piano territoriale per lo svolgimento del test per tutte le diverse categorie autorizzate al lavoro con definizione delle priorità di esecuzione su categorie a contatto interumano aperto.

5- Effettuare la campagna diagnostica per Temperatura e Tampone o altro eventuale test sulla totalità o su campione di coloro che entrano in servizio nei luoghi di lavoro con esecuzione delle relative analisi.

6- Caricare i risultati attraverso il canale riservato e, in caso di positività, attivazione di eventuale tracciamento anche dei contatti.

7- Ripetizione dei test dopo 2 settimane.

Lo stesso piano per l’inchiesta epidemiologica può essere applicato sia alle Regioni molto esposte all’epidemia, sia alle Regioni, interessate dall’ondata dei rientri dalle regioni del Nord, ma dove l’epidemia non è ancora all’apice.

Tenendo conto della necessità di razionalizzare la disponibilità dei test e di alcune le difficoltà logistiche si può pianificare un rilievo efficace e rappresentativo da attuare anche gradualmente.

La pianificazione di tale esperimento operativo, basato sui presupposti enunciati, consente:

  • un controllo sui lavoratori a loro protezione,
  • l’individuazione di eventuali  portatori asintomatici con conseguenti provvedimenti ed estensione di controllo ai subcluster dei contatti.

I benefici di questo screening epidemiologico sono a tutela generale immediata, nella fase attiva dell’epidemia, ma soprattutto consente di disporre, per le analisi epidemiologiche di più lungo periodo, di un campione random della popolazione attiva sufficientemente ampio e rappresentativo, analizzabile per cluster e suscettibile di implementazione.

Nelle nuove campagne di screening per il contagio di COVID-19 / SARS-CoV-2,  l’attività di monitoraggio dovrebbe essere indirizzata verso la categoria degli asintomatici e perché tale indagine è scientificamente corretta per il calcolo, per esempio, dei tassi di incidenza, della densità di incidenza, della morbosità e letalità, e anche perché è il solo risultato, che può “abbassare” le attuali valutazioni fornite alla pubblica opinione con una rappresentazione del contagio e dei suoi effetti, maggiormente vicina alla realtà.

Il rischio attuale è che, avendo agito sotto l’emergenza e l’urgenza con poca se non nulla  programmazione (a parte il caso di Vò Euganeo in provincia di Padova ), non si disponga di dati epidemiologici coerenti, raccolti segnatamente con una pianificazione della ricerca, utili allo studio dell’ epidemiologia del coronavirus COVID-19 / SARS-CoV-2, tappa essenziale per la prevenzione con metodi sia di profilassi generale, quale l’isolamento, che di profilassi specifica qualora resa disponibile con farmaci antivirali ed eventuali vaccini.

L’autrice è docente di Igiene Generale Applicata presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Padova