Dopo lo sciopero degli attori dell’anno scorso, il sindacato statunitense Sag-Aftra si sta dedicando a una nuova battaglia. Ancora una volta è l’intelligenza artificiale ad essere al centro delle rivendicazioni, dove vengono però discusse le sue applicazioni nel campo della musica. Il sindacato degli interpreti e performer preme infatti per trovare un accordo con le major discografiche – coinvolte al momento Warner Music Group, Sony Music Entertainment, Universal Music Group e Disney Music Group – affinché si stabiliscano le condizioni in cui le voci dei cantanti possono essere replicate dall’IA.

Le interlocuzioni avrebbero avuto esito positivo, Sag-Aftra ha infatti già condiviso con i propri membri i dettagli di un accordo preliminare per un utilizzo «etico e responsabile» dell’intelligenza artificiale, secondo quanto riporta «Variety».
In questo documento viene stabilito che i cantanti dovranno dare il loro consenso prima che un’etichetta possa utilizzare l’IA per generare una traccia con la loro voce. Ciò non toglie che le performance potranno essere utilizzate, senza alcun consenso, per «addestrare» una voce sintetica che avrà poi un timbro diverso dall’originale. Il nuovo Sound Recordings Code non prevede alcun compenso per gli artisti in questi casi, ma le etichette che pubblicheranno musica utilizzando voci generate dall’IA dovranno comunque pagare i diritti a un fondo di distribuzione sindacale.