A seguito dei negoziati condotti all’Avana dal 2012 il governo colombiano e le Farc-Ep siglarono gli Accordi di pace il 24 agosto 2016.

IL PRESIDENTE Juan Manuel Santos, poi insignito del Nobel per la pace, sicuro della loro approvazione li volle sottoporre a referendum, che il 2 ottobre 2016, contro tutti i pronostici e i sondaggi, li respinse con il 50,2% dei voti.

Alla consultazione partecipò il 37,43% degli aventi diritto, pari a poco più di 13 milioni su un censo di circa 35 milioni. Modificati in tempi rapidissimi con il concorso di una parte dell’opposizione, di organizzazioni della società civile e gruppi di evangelici, i nuovi Accordi sono stati sottoscritti dalle due parti il 24 novembre 2016 e poi ratificati dal Parlamento.

ARTICOLATI IN SEI CAPITOLI seguiti da 22 tra annessi e protocolli, alcuni accordi complementari e la bozza di una legge di amnistia, per un totale di 310 pagine.
Essi riguardano: 1) la riforma agraria; 2) la partecipazione democratica, con l’apertura a nuovi soggetti politici e il rafforzamento del pluralismo; 3) i passaggi per mettere fine al conflitto, favorire il rientro dei militanti delle Farc-Ep nella società civile, garantire la sicurezza delle persone e organizzazioni impegnate nell’implementazione degli accordi di pace, la lotta alle condotte criminali (ivi comprese quelle dei gruppi paramilitari sopravissuti alla smobilitazione); 4) la soluzione del problema delle droghe illecite; 5) il risarcimento delle vittime, con l’istituzione del Sistema Integral de Verdad, Justicia, Reparación y No Repetición ; 6) Meccanismi e organismi di verifica dell’andamento del processo di pace.

IN QUESTO PIANO occupa un posto centrale la questione delle vittime, con particolare attenzione al genere e alle minoranze etniche, e della giustizia transizionale per il chiarimento della verità, la punizione dei responsabili e la riparazione dei danni inferti alle vittime in vista della definitiva fuoriuscita dal conflitto armato e per di una pace durevole.

A SEGUITO DEI NUOVI ACCORDI, con Atto legislativo del 4 aprile 2017 il Congresso colombiano ha introdotto un Titolo transitorio nella Costituzione riguardante procedimenti e norme per mettere fine al conflitto e costruire una pace durevole.

Con esso si è data consistenza giuridica al «Sistema Integrale di Verità, Giustizia, Riparazione e Non ripetizione», che a sua volta ha formalizzato l’istituzione di una «Commissione per il chiarimento della verità, la convivenza e la non ripetizione», un’«Unità per la ricerca delle persone date per disperse nel contesto e a motivo del conflitto armato» e la «Giurisdizione speciale per la pace» (JEP), oltre che indicare misure e procedure per riparare i danni patiti dalle vittime del conflitto armato.

SI TRATTA di organi temporanei (dotati di personalità giuridica, autonomia amministrativa e finanziaria) con meccanismi di funzionamento complessi che presentano ancora tratti poco chiari (specie per quanto concerne i possibili conflitti di competenze tra giustizia ordinaria e transizionale o la tipificazione di alcuni reati), alcuni dei quali in via di definizione.
Tra di essi, grande rilevanza assumerà la JEP, che dovrà occuparsi degli atti delittuosi commessi fino al 1° dicembre 2016, con particolare attenzione alle gravi infrazioni del Diritto internazionale umanitario e alle violazioni dei Diritti umani. (a.b.)