L’idea che gli artisti abbiano una vita particolarmente ricca e avventurosa è destinata a rivelarsi, prima o poi, un sogno, l’illusorio conforto a un crescente senso di alienazione. Se ne accorse, esemplarmente, Wilhelm Meister, l’eroe del romanzo di Goethe, che lascia la casa paterna e l’esistenza borghese per dedicarsi all’arte teatrale, pensando che in quell’ambito la propria personalità possa svilupparsi in modo armonioso, senza sacrificarsi alla necessità del produrre. Ma proprio questo desiderio rivela in Wilhelm il dilettante, cui la grande arte resta preclusa. Se, nel fiorire di biografiche leggende ottocentesche, le personalità degli artisti divengono oggetto di culto, spesso...