Clamorosa protesta degli attivisti di Greenpeace in Polonia che hanno conquistato la ciminiera di una delle più grandi centrali a carbone del mondo. Una scalata di 180 metri da parte dei manifestanti che ieri all’alba avrebbero eluso i controlli e superato una recinzione.

I protagonisti dell’occupazione mantengono un contatto telefonico con le forze dell’ordine ma non hanno alcuna intenzione di scendere, al momento: «Provengo da una famiglia di minatori, abbiamo avuto a che fare con l’estrazione di carbone per generazioni. Ma non c’è futuro nel carbone, quello di cui abbiamo bisogno è una rapida transizione dai combustibili fossili alle rinnovabili. Una rivoluzione che rispetti i diritti delle persone e l’ambiente, garantendo un futuro migliore a tutti», ha spiegato Marek Jozefiak, attivista locale di Greenpeace.

Nessun impianto in Europa brucia più lignite, “carbone cattivo” di scarsa e limitata qualità, della centrale di Belchatow, centro abitato a circa 40 km dalla città di Lodz nel cuore del Paese. Non a caso la protesta arriva a ridosso della Cop24, la Conferenza sul clima organizzata dall’Onu che si terrà dal 3 al 14 dicembre a Katowice in Silesia, regione simbolo mineraria e industriale della Polonia.

La conferenza sarà presieduta dall’ex Ministro dell’ambiente polacco Jan Szyszko, autore della cosiddetta «lex Szyszko» che aveva autorizzato nei primi mesi del 2017 l’abbattimento degli alberi piantanti su suolo privato senza il via libera della autorità locali. Con l’insediamento a dicembre scorso del premier Mateusz Morawiecki, espressione della maggioranza della destra populista di Diritto e giustizia (PiS), la formazione fondata dai fratelli Kaczynski ha introdotto coscienza ecologica e problemi ambientali nella propria narrazione mediatica nella speranza di conquistare l’elettorato urbano tradizionalmente più sensibile a queste tematiche.

Proprio la settimana scorsa, il PiS ha presentato un piano energetico nazionale che punta a portare la dipendenza di Varsavia dal carbone al di sotto del 30% entro il 2040 e che prevede anche l’installazione delle prime centrali nucleari del Paese entro il 2033. Intanto il governo polacco continua a importare ed esportare lignite ed altri combustibili per garantire il fabbisogno energetico. Secondo un rapporto sulla qualità dell’aria pubblicato recentemente dall’Agenzia europea dell’ambiente, 19 delle 20 peggiori città sul continente per emissioni di benzopirene si trovano proprio in Polonia.