Ci mancherà il “pragmatismo militante” di Valerio Onida. Non amava le astrazioni o le costruzioni teoriche, preferiva guardare alla realtà per cercare la soluzione del caso concreto. Una duttilità che, tuttavia, non sfociava mai in accondiscendenza. Non dovevano ingannare i suoi tratti miti e l’argomentazione pacata, poiché non erano indice di docilità. Le sue prese di posizione erano nette quando si convinceva che era necessario difendere i valori della Costituzione nei quali credeva.

Si oppose con forza a tutte quelle riforme costituzionali che riteneva “demolitorie”. Tra i soci fondatori nel 2006 dell’Associazione “Salviamo la Costituzione”, si oppose con successo alla riforma della Costituzione promossa da Berlusconi, dieci anni dopo si espose con pari vigore alla riforma targata Renzi, in coerenza con sé stesso, fedele ai principi della Costituzione, più che non alle diverse maggioranze politiche.

Non era, però, per nulla contrario alle innovazioni, anche della Costituzione. Quando – come nel caso della riduzione del numero dei parlamentari – ha ritenuto che la modifica potesse provocare un trauma salutare alla nostra sofferente democrazia costituzionale, restituendo efficienza e centralità alle istituzioni repubblicane, non ebbe remore a sostenere la riforma proposta. Era una persona limpida e onesta intellettualmente. Il suo impegno civile, non fu mai dettato da convenienze, ma sempre da convinzioni personali.

Ricordo una delle nostre ultime discussioni di fronte ad un vasto pubblico, eravamo collegati per via telematica, esponemmo tesi radicalmente discordanti, senza scomporci, ma in modo chiaro e diretto. Subito dopo ricevetti un suo messaggio nel quale mi esprimeva il “piacere” di aver fornito un esempio di come si dovrebbe discutere fra portatori di opinioni diverse. Questo era l’uomo.

Dare l’esempio, diffondere cultura costituzionale, opporsi al degrado politico e personale. Le sue prese di posizione credo possano ricondursi tutte a questi tre principi. L’ultimo appello, sottoscritto assieme a molti altri autorevoli giuristi, è stato quello contro la ventilata candidatura di Silvio Berlusconi alla Presidenza della Repubblica, candidatura promossa anche attraverso l’inserzione sulle pagine dei giornali.

Nessuno credeva che la proposta potesse avere un seguito, ma ciò che portò molti a sottoscrivere l’appello fu la volontà di rispondere al degrado e testimoniare un’opposizione ad un modo di fare politica. Dare l’esempio, perché, rilevò in quell’occasione Valerio, se non ci si fosse opposti “d’ora in poi i voti in Parlamento possono essere promossi con pubblicità a pagamento”.
Dal punto di vista umano la sua dote maggiore ritengo sia stata l’attenzione alle persone.

Una figura paterna che, non solo sapeva ascoltare, ma che si faceva carico direttamente delle disavventure altrui. Le storie e le vicende personali non lo lasciavano mai indifferente, che fosse lo studente in difficoltà nel superare l’esame, che si trattasse dell’allievo che accompagnava nella sua formazione con costante partecipazione, che dialogasse con un collega o un amico che si confidava con lui. Un’attenzione al prossimo non limitata alle persone legate suo ambiente.

Subito dopo aver cessato di svolgere l’alto incarico di Presidente della Corte costituzionale decise di passare un periodo di volontariato occupandosi dei detenuti. Persone molto spesso ignare dei propri diritti e che dunque potevano essere “educate”, contribuendo in tal modo alla diffusione della cultura costituzionale, anche tra gli ultimi.

Valerio Onda era un giurista raffinato dal linguaggio semplice. I suoi scritti scientifici hanno tutti una propensione anche didattica, i suoi interventi pubblici erano apprezzati anche per la chiarezza delle posizioni espresse. In alcuni casi si è sfiorato il rischio di un’eccessiva riduzione della complessità del reale, ma lo sforzo di Onida era certamente indirizzato a cogliere l’essenziale, tralasciando il superfluo.

Dovremmo rimpiangerlo in un tempo dove nel dibattito pubblico, tanto più su questioni complesse come quelle del diritto costituzionale, sembra prevalere l’inutile, dimenticando il necessario. Valerio Onida è stato un punto di riferimento per molti. Continuerà ad esserlo.