Solo una domanda: chi pagherà? Il presidente francese Emmanuel Macron ha riportato in primo piano il rilievo strategico dell’umiliazione: tutti i passi politico-diplomatici per spegnere la guerra e aprire il negoziato saranno efficaci solo se si vorrà evitare l’umiliazione di Putin. C’è saggezza in questo modo di guardare allo scenario bellico e alle possibili soluzioni, ma ce ne vorrà altra per stabilire i termini del negoziato. Sempre che Putin non preferisca invece una guerra di lunga durata. Ma alla fine comunque si dovrà prendere di petto la questione delle riparazioni di guerra.

Sulle responsabilità complessive del conflitto chi vorrà potrà continuare a discutere a lungo. Ma solo l’esercito russo ha la responsabilità diretta di aver distrutto in Ucraina aeroporti, ferrovie, infrastrutture vitali, ospedali, scuole, industrie, porti, depositi di carburanti e viveri, centri commerciali. Solo l’esercito russo ha raso al suolo alcune realtà urbane e produttive, ha inferto danni enormi a città e paesi, sventrato quartieri residenziali e villaggi rurali.

Ha reso inabitabile una porzione cospicua del territorio ucraino. Ha impedito l’esercizio attivo dell’agricoltura in vaste aree e bloccato l’esportazione dei grani, con gravi ripercussioni di carestia per i paesi poveri. Negli ultimi tempi sembra poi accanirsi con pioggia di missili sui depositi di mais destinato all’estero. E non si elenca in questa contabilità economica il peso delle morti procurate, le stragi perpetrate, le torture inflitte ai prigionieri, il rapimento di minori avviati all’est, l’esodo forzato di milioni di donne con bambini. E’ un capitolo diverso che dovrà essere considerato a parte con altra logica.

Ma si dovrà rispondere sempre alla domanda: chi pagherà tutto questo? Dobbiamo aspettarci che qualche saggio proponga che per non umiliare Putin si debba accordargli un qualche guadagno territoriale e non si debba imporgli la riparazione ai danni portati dal suo esercito? Se si giungesse alla pace con queste premesse che pace sarebbe? L’Ucraina, ferita e spopolata, dovrebbe ritenersi appagata solo dal fatto di non essere più bombardata? Dovrebbe accettare una riduzione della sua integrità territoriale e per di più contare soltanto su una colletta internazionale per ricostruire il suo paese distrutto? Per non umiliare la Russia di Putin si dovrà umiliare l’Ucraina?