Reporter indipendente? Attivista per i diritti civili? Estremista anarchico? Agente provocatore? Sostenitore del Black Lives Matter? Antifa infiltrato nei disordini? Chi è John Sullivan (aka Jayden X – Activist John), l’autore del video dell’omicidio di Ashli Babbitt, la manifestante pro-Trump uccisa all’interno del Campidoglio? Negli USA il dibattito è aperto. In passato è stato arrestato per degli scontri di piazza nello Utah. Negli ambienti di sinistra sembrerebbe non avere una buona reputazione, c’è chi teme sia un infiltrato e chi lo chiama «Proud Boys X» per i suoi presunti contatti con i Proud Boys e perché il fratello è un sostenitore di Trump. C’è addirittura chi è convinto che sia uno dei capi della rivolta di Washington. Nei giorni scorsi ha ricevuto delle minacce di morte online da parte di militanti di estrema destra per averli filmati durante l’assalto. Una delle poche certezze è che le immagini girate in diretta da Sullivan hanno fatto immediatamente il giro del mondo. Il suo è l’unico video in cui si vede l’intera dinamica dell’uccisione: i manifestanti provano a sfondare i vetri per proseguire la loro incursione fra i corridoi del Campidoglio; da dietro i vetri rotti di una porta spunta una pistola. Poi lo sparo e la donna che cade a terra priva di sensi. Babbitt morirà poco dopo. «Ho urlato: c’è una pistola, c’è una pistola! Ma stavano tutti urlando e non mi hanno sentito. Avrei voluto salvarla ma non ho potuto. Sapevo che le stavano per sparare, a quel punto ho ripreso l’intera scena affinché tutti potessero vedere cosa le era accaduto» mi ha raccontato. Poche ore dopo l’intervista Sullivan è stato arrestato dall’ FBI con l’accusa di aver partecipato all’irruzione a Capitol Hill e di aver incitato la folla a commettere violenze.

Perché eri a Washington?
Volevo documentare gli eventi che sarebbero accaduti al Campidoglio. Ho le mie fonti e sapevo dell’assalto, lo avevano annunciato tramite chat clandestine. Avevano intenzione di assaltare tutti i campidogli degli Stati Uniti, non solo il Congresso. L’azione principale sarebbe avvenuta a Washington e volevo esserci.

Com’era l’atmosfera prima dell’assalto?
All’inizio era abbastanza pacifica, come qualsiasi altra manifestazione. C’era una folla enorme, la maggior parte erano persone comuni. Nel mio video puoi vedere i volti di tutti, volevo che si capisse che c’erano donne, bambini, nonne e nonni, madri e padri. Trump ha detto loro di andare al Campidoglio quindi deve essere ritenuto responsabile per questo. Non c’erano solo i Proud Boys e gruppi di estrema destra a prendere d’assalto Capitol Hill. C’era gente comune, tutti i tipi di persone. Potevi sentire l’energia ma anche l’aggressività e la paura. Percepivo la loro rabbia.

Sei un sostenitore del Black Lives Matter movement?
Sì credo nel movimento BLM ma non nell’organizzazione, per questo ho fondato Insurgence USA. Non volevo che mi dicessero in cosa credere. Separo il mio attivismo dal giornalismo.

Perché hai deciso di fare irruzione al Campidoglio?
Dovevo essere in prima linea per mostrare al meglio quello che stava accadendo e come si stava comportando la polizia.

Nel tuo video sembri incitare la folla.
I giornalisti erano stati cacciati, gli avevano distrutto l’attrezzatura, la gente urlava «fuck the media!» e non volevo avere problemi. A me non è successo perché ho partecipato a molte proteste e so come muovermi. Hai ascoltato quelle mie frasi perché cercavo di disinnescare tutte le situazioni di pericolo, si tratta di attimi in cui devi costruire un rapporto di fiducia con chi è intorno a te. Ero lì solo per documentare.

La polizia ha permesso che i manifestanti entrassero al Campidoglio?
Sì. Mi sarei aspettato che l’intero Campidoglio fosse coperto da gas lacrimogeni e invece i poliziotti non avevano nemmeno le maschere antigas, ero uno dei pochi a portarla perché so che normalmente li utilizzano. Erano del tutto impreparati perché volevano che accadesse. Non parlo dei poliziotti in prima linea ma di chi prende le decisioni. Non sono un grande sostenitore delle forze di polizia a causa della loro violenza ma in un certo senso posso comprendere quei ragazzi mandati là fuori per essere brutalizzati. Alcuni di loro sono stati uccisi dai manifestanti. Non so se Trump avesse organizzato tutto questo o se stava aspettando che accadesse, ma si potrebbe dire lo stesso di Biden.

Cosa hai provato quando sei entrato nel Campidoglio?
Ricordo un ragazzo che si rotolava a terra per l’eccitazione. Il momento più surreale è stato quando sono entrato nella zona della cupola dove c’è un enorme affresco sul soffitto, le sculture intorno e tutte le opere d’arte. È stato allora che ho capito che quel momento era probabilmente qualcosa di veramente unico e speciale. Non voglio giustificare quello che stava succedendo ma nessuno si aspetterebbe mai di essere in un posto del genere, con una rivolta in corso e le persone che arrivano in massa, distruggendo tutto quello che c’è e scontrandosi con la polizia. È come se stessi guardando questo film in TV, ma tu sei lì. Sentivo la frustrazione e la rabbia dei manifestanti. Non li sto screditando perché penso che probabilmente parte del problema sia screditare la rabbia di massa verso questa situazione. Spero che i politici li ascoltino e attuino un cambiamento. Ho anche provato dolore e tristezza per quello che stava accadendo. Delle persone sono morte, non era un gioco.

Hai provato empatia?
Sì perché quando ci sono 100mila persone in strada che vogliono essere ascoltate è difficile dire: «la tua voce non ha importanza». Sia il BLM movement che i supporter di Trump sono arrabbiati con le istituzioni. A sinistra sono arrabbiati per la brutalità della polizia, a destra per la frode elettorale. Bisogna prenderne atto e affrontare questi problemi. Non mi piace Trump e quello in cui credono i suoi sostenitori ma in qualche modo posso capirli. Dovremmo arrivare a un punto d’incontro.

C’erano estremisti di sinistra infiltrati durante gli scontri?

No ma su 100mila persone è difficile dire esattamente chi fosse presente. C’erano però degli infiltrati e dei provocatori. Un tizio sbucato da dietro i cordoni della polizia continuava a fomentare la folla. Anche quando hanno sparato alla donna lui era lì ad istigare ma poi si è dileguato dietro la SWAT. Non ho visto manifestanti armati di pistola ma c’erano persone con coltelli e roba del genere.

Cosa ricordi dell’uccisione di Babbitt?
Ci penso spesso, non avevo mai visto nessuno morire. Quando è caduta in terra ho incrociato il suo sguardo e ho visto la luce svanire dai suoi occhi. Ero sotto shock. Non si meritava di morire, non stava minacciando nessuno. Potevano arrestarla, potevano arrestare la gente e invece li hanno solo mandati via, o uccisi.

Cosa è successo dopo?
La notizia che avevo il video integrale dell’omicidio si era sparsa e hanno cominciato a chiedermi di vederlo. Alcuni mi hanno consigliato di andare via altrimenti me lo avrebbero confiscato. Sono andato via con la mia amica documentarista Jade Sacker e ho pubblicato il video. Il giorno dopo la polizia e l’FBI mi hanno interrogato fuori dal mio albergo. Tutto quello che ho fatto si vede nel mio video integrale su youtube. Non ho commesso reati e non temo di essere arrestato.

Cosa accadrà nei prossimi giorni?
Ci saranno disordini di massa dal 17 fino all’inaugurazione. I manifestanti pro-Trump scenderanno in strada armati di proposito. Le milizie di estrema destra hanno detto che si presenteranno a Washington armi in pugno, è questo il loro obiettivo. Probabilmente ci saranno molti morti perché la gente stavolta non verrà disarmata.