Funerali di stato ieri mattina per l’ambasciatore Luca Attanasio e il carabiniere Vittorio Iacovacci, uccisi lunedì scorso nella Repubblica democratica del Congo durante uno scontro a fuoco tra il gruppo di uomini armati che ha attaccato il piccolo convoglio del Programma alimentare mondiale su cui viaggiavano per rapirli e le guardie forestali che hanno provato a inseguirli. Mattarella unico assente giustificato tra le massime cariche dello stato. Una piccola folla ha accolto con un applauso l’uscita dei feretri dalla chiesa.

Sul fronte delle indagini, sarebbero partite quelle disposte dalle Nazioni unite, che vanno ad aggiungersi all’inchiesta aperta dalle autorità locali e a quella della Procura di Roma. I Ros inviati sul posto sarebbero già rientrati con il tablet di Attanasio e la pistola inutilizzata di Iacovacci. Non si ha notizia di dichiarazioni rese dal teste chiave, il vice-direttore per il Congo dello stesso organismo Onu che ha organizzato il viaggio. Rocco Leone, ricoverato sotto choc a Goma, sarebbe sopravvissuto all’attacco – ha detto a AGI/InfoAfrica il missionario Sebastiano Amato che lo ha incontrato – grazie al fatto che «aveva un passo zoppicante ed è rimasto indietro rispetto al resto del gruppo, così a un certo punto è potuto scappare ed è riuscito a chiamare i soccorsi». I rapitori, prosegue la testimonianza, «all’inizio hanno chiesto i telefonini e i soldi e tutto quello che potevano rubare poi hanno obbligato tutti a scendere dai due veicoli e a seguirli verso l’interno».

L’inviato speciale del presidente Tshisekedi ieri era a Roma e ha incontrato brevemente Draghi; nel Nord Kivu è arrivato invece lo speciale pool investigativo con cui il governo centrale spera di ottenere le prove della responsabilità dei ribelli del Fronte democratico di liberazione del Ruanda (Fdlr). All’inchiesta Onu, condotta dal Dipartimento per la sicurezza e protezione (Undss), il Pam spiega ijn una nota che ha «chiesto e ottenuto di collaborare».

Jean-Jacques Diku, rappresentante del partito di Tshisekedi sentito da Agenzia Nova, sostiene che prima «il Pam dovrebbe chiarire perché non ci sia stata alcuna comunicazione alle autorità congolesi della presenza dell’ambasciatore nel convoglio attaccato il 22 febbraio».