Quattro azioni terroristiche hanno scosso in Cecenia la vigilia dell’Eid al-Adha, tra le più importanti feste celebrate ogni anno dai musulmani. Cinque attentatori e un poliziotto sono rimasti uccisi; feriti quattro rappresentanti delle forze dell’ordine e due passanti. La «giornata del sangue degli infedeli» è stata poi rivendicata con un comunicato dall’Isis.

La prima azione è scattata alle 10 del mattino: nella cittadina di Shali due adolescenti hanno attaccato armati di coltelli la stazione della polizia locale. Dopo una colluttazione uno dei due attentatori è stato ucciso mentre l’altro, risultato poi imbottito di dinamite, è stato arrestato.

Su quanto accaduto dopo l’arresto di quest’ultimo, però, si allunga un’ombra: qualche ora dopo le autorità hanno sostenuto che il detenuto sarebbe morto dopo essere stato trasportato in ospedale. Feriti anche due poliziotti e due passanti.

Più o meno alla stessa ora, appena fuori dal villaggio di Mesker-Yurt, un sedicenne con nello zaino una bomba rudimentale si è fatto saltare in aria vicino a un posto di blocco della polizia, restandone dilaniato. Secondo gli inquirenti, il giovane, inesperto di esplosivi, avrebbe azionato il comando della bomba prematuramente

Subito dopo, verso le 10.30, altri due attentati insanguinavano la piccola repubblica autonoma russa. Presa di mira questa volta la capitale Grozny. Nella centrale via Primo Maggio da un’automobile in corsa con targa straniera – secondo alcuni testimoni, la targa era saudita – venivano sparate all’impazzata raffiche di mitra contro una pattuglia di poliziotti in uniforme, provocando la morte di un agente.

Il quarto attacco, infine, meno di un’ora dopo. Erano le 11.20 quando una vecchia Mercedes senza targa si è lanciata nel centro cittadino a tutta velocità contro un posto di blocco della polizia. L’auto si è schiantata con il suo carico di due bombe confezionate con bombole a gas contro un’auto della polizia.

L’esplosione ha ferito due poliziotti. All’interno dell’auto sono stati poi ritrovati i corpi senza vita del diciassettenne al volante e del suo fratellino di soli undici anni, che lo accompagnava in questa tragica impresa kamikaze.

Il presidente ceceno Razman Kadyrov, tristemente celebre per aver reintrodotto nella repubblica la Shari’a e per la persecuzione dei gay, ha dichiarato che «l’obiettivo principale di questi giovani era di rovinare le celebrazioni della Eid al-Adha». Tuttavia gli attentati avrebbero dimostrato, secondo Kadyrov, l’isolamento dei terroristi: «La situazione a Grozny e in Cecenia è assolutamente tranquilla e stabile. Non c’è pericolo di una ripresa generalizzata della guerriglia».

L’età dei giovani coinvolti, tutti minorenni tra gli 11 e i 17 anni, induce però a pensare che non tutto vada per il meglio. Secondo lo studioso russo del mondo islamico Alexey Malashenko, questi adolescenti «sarebbero vittime della propaganda ideologica dell’Isis, che facilmente attecchisce su fragili psichi in via di formazione».

Ma ciò spiega soltanto in parte la disperazione degli adolescenti ceceni. Dopo la dichiarazione ufficiale della conclusione della seconda guerra cecena nel 2010, sul paese si sono riversati ogni anno dieci miliardi di euro, una montagna di investimenti del governo russo, in primo luogo volti a ricostruire le infrastrutture. E ciò ha favorito una certa stabilizzazione e creato la base sociale del consenso a Putin.

Malgrado ciò la Cecenia resta una delle regioni più arretrate della Federazione Russa: il 23% della popolazione è disoccupata, il reddito medio non supera i 300 dollari al mese mentre si sforna il minor numero di laureati di tutto il Paese.

Per molti la sola alternativa resta la ricerca di miglior fortuna nelle grandi città della Russia europea. L’unico tasso in crescita costante è quello delle nascite. Ed è proprio su queste nuove leve che sta facendo conto lo Stato Islamico.