L’alimentazione e l’idratazione artificiale sono state sospese ieri all’ospedale di Reims per Vincent Lambert, un infermiere di 42 anni che da più di dieci è in stato vegetativo, in seguito a un incidente stradale. Il medico che lo ha in cura, il dottor Vincent Sanchez, applica la legge francese, che prevede la possibilità di mettere fine alle cure in caso di «ostinazione irragionevole», somministrando «per precauzione» degli analgesici.

La decisione, presa in accordo con la moglie di Lambert e parte della famiglia, è stata anche convalidata da una sentenza di fine aprile del Consiglio di stato, la più alta giurisdizione amministrativa francese, che ha confermato altre procedure precedenti. La legge Claeys-Leonetti del 2016 permette di evitare l’accanimento terapeutico e di somministrare una sedazione «controllata, profonda e continua» per accompagnare un paziente in una morte nella dignità. La fine delle cure per Vincent Lambert non è quindi, come denunciano i genitori dell’infermiere, un caso di eutanasia o di suicidio assistito, che in Francia per ora non sono legali (e che non lo saranno neppure con la revisione della legge di bioetica, prevista nelle prossime settimane).

Il caso fa discutere da anni, anche se ci sono circa 1.700 persone in una situazione analoga, perché la famiglia è divisa sul destino di quest’uomo. I genitori, un fratello e una sorella, vicini alla Fraternità sacerdotale San Pio X, un’organizzazione integralista cattolica, rifiutano la sospensione delle cure. Dal 2013 hanno moltiplicato i ricorsi legali. È ancora in corso quello rivolto al Comitato dell’Onu per le persone handicappate. Ma la moglie Rachel Lambert, un nipote e sei altri fratelli e sorelle assicurano che per Vincent Lambert, che è in stato vegetativo e paraplegico, «è una vita che non avrebbe voluto». Ma Vincent Lambert non ha lasciato direttive anticipate scritte. Di qui la possibilità dei vari ricorsi per evitare l’applicazione della legge Leonetti. La Società d’accompagnamento e cure palliative ha sottolineato ieri che «ogni caso è singolare» e che non bisogna «trarre insegnamenti generali dalla situazione di Vincent Lambert».

Emmanuel Macron ha affermato che non è di sua competenza prendere decisioni su questo caso.