Comunali a Caserta: i candidati sindaco sono sette, tutti uomini. In base ai dati del Mef, il reddito imponibile pro capite dei casertani pre pandemia era di 22.360 euro, maggiore di quello dei salernitani (21.593 euro) e dei napoletani (19.757 euro) eppure il comune è passato attraverso due dissesti consecutivi: uno dichiarato dall’amministrazione di centrodestra di Pio Del Gaudio, l’altro da quella uscente di centrosinistra di Carlo Marino. C’è una classe imprenditoriale ricca, attiva soprattutto nel ciclo del cemento, accanto a strati sociali a reddito molto basso. Nel 2015, l’azienda ospedaliera locale è stata la prima in Italia a essere sciolta per infiltrazioni camorristiche.

MARINO è in corsa per il secondo mandato, dopo la vittoria nel 2016. Sono sette le liste che compongono la coalizione, a partire dal Pd, ma non ci sono i 5S: i pentastellati si sono spaccati tra correre con l’uscente o appoggiare il candidato civico Romolo Vignola e alla fine hanno scelto di non presentarsi. Ha fatto rumore la reazione di Marino all’ufficializzazione della candidatura per il centrodestra di Gianpiero Zinzi, capogruppo del Carroccio in consiglio regionale (eletto nel 2020 con 10.994 voti). Marino sui social ha postato due foto, in una c’era la scritta «L’unica cosa contro natura sono i meridionali che votano Lega» e nell’altra «Quann ‘o mare è calmo, ogni strunz è marenaro». Un vincitore annunciato non c’è, il sindaco uscente rischia di capitalizzare meno voti della sua coalizione e questo potrebbe rivelarsi un problema al ballottaggio.

Intanto il Pd casertano è alle prese con le solite faide interne. L’eurodeputata Pina Picierno il 7 settembre ha denunciato: «I funzionari del nazionale hanno scoperto che in tutta la federazione il tesseramento non risulta certificato negli ultimi due anni. Cosa significa? Che non esistono iscritti ufficiali, che non esiste un’anagrafe riconosciuta della federazione provinciale di Caserta. Cosa sia accaduto al tesseramento negli ultimi anni, alle quote versate dagli iscritti, resta un mistero». L’atto di accusa è rivolto al compagno di partito Gennaro Oliviero, presidente del consiglio regionale campano, che ha replicato: «Non amo la polemica. La passione per il territorio non può essere confusa con una carovana elettorale a cui più di uno, e la stessa Picierno, si sono più volte aggrappati».

IL CENTRODESTRA con Fi, Lega, FdI e cinque civiche è in campo con Zinzi. Non esattamente un volto nuovo, figlio del vento del Nord, avendo iniziato nell’Udc per passare a Forza Italia e infine alla Lega. Del resto è figlio d’arte. Il padre Domenico è cresciuto nell’ambiente Dc per poi entrare in politica con l’Udc: nella sua lunga carriera è stato consigliere regionale, assessore, deputato e presidente della provincia di Caserta. Zinzi junior, quando è in giro per la città, è alla tradizione paterna che si richiama, quando arrivano Salvini e Meloni indossa i panni del leghista anche se la Lega pure qui ha preferito mettere sulla scheda la sigla Prima Caserta. Se a Napoli il candidato di centrodestra Maresca ha bollato come «un pacco» l’ipotesi di una misura nazionale «Salva Napoli» per evitare il dissesto del comune, a Caserta Zinzi l’ha posta come condizione allo schieramento, a cominciare dal suo segretario Salvini, per accettare la corso a sindaco.

IL GOVERNATORE DE LUCA non si è fatto scappare l’occasione per pungere Zinzi: «Quando lo vedo a Napoli sembra un seminarista, poi torna a Caserta e parte con i post contro. Deve imparare a fare l’uomo. Qualche anno fa la provincia di Caserta non poteva neanche aprire le scuole dopo aver dichiarato dissesto, siamo intervenuti noi come regione». La replica di Zinzi è un atto di accusa verso Palazzo Santa Lucia: «Cave in piena attività, biodigestore davanti alla Reggia e un policlinico (i cui lavori vanno avanti da 20 anni ndr) passato in secondo piano rispetto a quello in programma a Salerno: i risultati sono sotto gli occhi di tutti».

A destra si presenta anche l’ex sindaco Del Gaudio (già esponente di An nella corrente dell’ex ministro Mario Landolfi) con sette civiche più Rinascimento (il movimento di Vittorio Sgarbi) e il Partito repubblicano. Del Gaudio era già stato eletto nel 2011 ma nel 2015 venne sfiduciato dalla sua maggioranza e un mese dopo finì in carcere con l’accusa di collusione con la camorra, uscendone poi assolto.

A SINISTRA DI MARINO si presenta Romolo Vignola con tre civiche, la principale è Speranza per Caserta il cui candidato sindaco nel 2016 sfiorò il ballottaggio con Marino prendendo al primo turno il 16,95% contro il 19,54% del candidato di centrodestra. Sempre a sinistra c’è il 26enne Raffaele Giovine con le liste Vivace e Caserta decide. All’interno di quest’ultima ci sono candidati espressi da Potere al popolo e dall’Ex Canapificio, la realtà del territorio che lavora per il riscatto sociale e la solidarietà tra le comunità che abitano il casertano. In mancanza di un candidato di sintesi, gli attivisti hanno preferito lavorare con Giovine per costruire un percorso che vada oltre le prossime comunali.