«Insieme», ma ancora non è chiaro chi con chi. Il ministro Andrea Orlando, tra i pontieri del Pd arrivati come osservatori sabato alla manifestazione di Santi apostoli a Roma, insiste: vorrebbe tenere insieme il centrosinistra e dopo aver proposto un referendum nel partito sulle eventuali larghe intese con Berlusconi, ripete che serve una legge elettorale maggioritaria. Ma a chi, come Speranza, gli chiede di decidere da che parte stare, risponde:

«Si devono decidere loro. Se uno ascolta i discorsi di Bersani e Pisapia coglie una certa differenza. Se vogliono davvero fare un campo progressista e la coalizione plurale devono togliere le pregiudiziali nei confronti del Pd». Insomma, «Insieme» con il Pd o no?

Non ha dubbi Renzi, che liquida così, su Fb, le insistenze di Orlando: «Oggi 350 persone parlano di alleanze, coalizioni, legge elettorale. Nel frattempo 35.000 persone ottengono l’Ape Social, 350.000 diciottenni scaricano il Bonus cultura e 3.500.000 di persone che hanno le pensioni minime vedono arrivare la quattordicesima», e via elencando le meraviglie dei suoi #millegiorni, contrapposte alla «politica delle chiacchiere, dei salotti, delle ideologie».

«Renzi e i suoi sul lavoro hanno idee meno aggiornate delle nostre, sono rimasti agli anni 90», interviene Pier Luigi Bersani (lui che gli anni ’90 li ha rivendicati da Santi apostoli). E «o facciamo come Vasco e diciamo parole che arrivano come pallottole, altrimenti non andiamo da nessuna parte», ma «io non sono affatto anti renziano», giura l’ex segretario dem, più che altro per non cadere nella trappola della sinistra unita solo dall’ostilità a Renzi.

E nessuna distanza con Pisapia: «La leadership è sua», ma «poi ci sarà un modello partecipativo a cui ci sottoporremo tutti», anche se non primarie.

Ma «Insieme», la «casa comune» aperta sabato, insieme a chi sarà, a sinistra?

Il segretario di Si Nicola Fratoianni chiede un incontro per «verificare la possibilità di una piattaforma comune» e segnala: «Per dar vita a gruppi unitari non si può prescindere dalla collocazione politica, da come ci si atteggia rispetto al governo: noi siamo all’opposizione». E Pisapia «quando parla di unità, intende evocare una forza alternativa al Pd o una insieme al Pd, magari con Orlando al posto di Renzi? Per noi questa seconda ipotesi è impraticabile».

L’11 luglio si terrà intanto una riunione tra i gruppi parlamentari e regionali di Mdp. Dovrebbe essere il primo passo per i gruppi di« Insieme» (che avrà un nuovo nome) .

Ma Bruno Tabacci chiede che prima si dia vita a un coordinamento nazionale «per gestire i territori», e «a settembre occorrerà una conferenza programmatica che aiuti a creare percorsi di convergenza a livello parlamentare».