Martedì in piazza del Campidoglio a Roma una delegazione di Greenpeace ha incontrato l’assessore alla mobilità Eugenio Patanè per consegnare lo studio L’insostenibile mobilità di Roma, in cui si analizzano le criticità che affliggono la capitale e si suggeriscono 10 punti su cui intervenire.

Durante l’incontro pubblico, un gruppo di volontarie e volontari ha portato una grande mappa con le 155 zone urbanistiche di Roma analizzate dallo studio nella Piazza antistante la sede dell’Amministrazione capitolina e aperto due striscioni con le scritte Roma città aperta a traffico e smog? No grazie! e Roma per le persone non per le auto.

Per Greenpeace, ripensare la mobilità della capitale è una delle principali sfide che la neonata amministrazione del sindaco Gualtieri deve affrontare. La sua richiesta alla nuova giunta è di intervenire da subito per rendere la mobilità romana più sostenibile per la cittadinanza e per l’ambiente, garantendo migliori servizi nei quartieri più periferici di Roma e colmando il divario con il centro della città.
Sono necessari interventi urgenti per decongestionare la città dal traffico privato, fornendo alternative con minore impatto ambientale e più accessibilità per le persone. Con 911 veicoli ogni 1000 abitanti, Roma è la città più congestionata d’Italia e quella dove si sprecano più ore nel traffico.

Lo studio di Greenpeace illustra nel dettaglio la situazione critica nella mobilità di Roma, analizzando 18 variabili riconducibili a quattro indicatori: trasporto pubblico locale, mobilità dolce, mobilità condivisa, infrastrutture e contesto. A ogni variabile è stato assegnato un punteggio, e i punteggi combinati hanno permesso di tracciare delle vere e proprie mappe della mobilità romana.
Il risultato principale che emerge è la forte disomogeneità tra le zone di Roma, dove chi vive nei quartieri più centrali gode di servizi di mobilità notevolmente più sostenibili rispetto a chi vive nei quartieri popolosi della periferia, abbandonati dal trasporto pubblico e senza alternative di mobilità condivisa.

Lo studio rivela inoltre che mezzo milione di persone non ha ancora neanche un metro di piste ciclabili a disposizione nel proprio quartiere e che una popolazione di 1,7 milioni di cittadini non è ancora adeguatamente servita da bus, tram, treni e metro.
Dallo studio emerge anche che oltre 2 milioni di cittadini non hanno servizi adeguati di mobilità condivisa, soprattutto nei quartieri più periferici. La presenza di chilometri di piste ciclabili pericolose e frammentate e le carenze infrastrutturali nella città non fanno inoltre che favorire una mobilità prevalentemente privata.

Alla luce di questi dati, Greenpeace chiede all’assessore Eugenio Patané e al sindaco Gualtieri una serie di interventi da attuare subito: potenziare i servizi di trasporto pubblico con veicoli nuovi ed elettrici, ampliare e mettere in sicurezza la rete ciclabile cittadina, promuovere servizi di sharing pubblici accessibili in tutte le zone della città e intervenire per ridurre il numero dei veicoli privati in circolazione, cominciando dalla conferma del bando di tutti i veicoli diesel nel centro città entro il 2024.

Alla nuova Amministrazione chiede inoltre un’attenzione particolare alle zone più periferiche, che sono spesso le più popolose e con la mobilità più problematica.