Con mezzo mondo preoccupato dalla carenza di grano a causa della guerra in Ucraina, insieme alla Russia tra i principali granai globali, l’India prova a farsi strada: secondo paese per produzione dopo la Cina, dopo l’anno record – il 2021 – con 8,5 milioni di tonnellate esportate, nel 2022 con un potenziale di 12 milioni di tonnellate di grano da esportazione (se non di più, i silos indiani contengono già 23 milioni di tonnellate, tre volte, il consumo interno), New Delhi tenta di sostituire la produzione ucraina, con l’invasione che ha ridotto la disponibilità globale di un quarto e fatto quasi triplicare i prezzi.

L’India guarda soprattutto ai paesi con più difficoltà, Medio Oriente e Africa, dove l’aumento del prezzo del pane e l’inflazione galoppante ha già provocato più di una sollevazione popolare.

New Delhi è già in contatto con diversi paesi (Turchia, Bosnia, Sudan, Iran e Nigeria), ha fatto sapere il governo indiano, e sta chiudendo le trattative con l’Egitto, paese con appena nove mesi di scorte di grano prima di restare senza.