C’è il «tempo dell’infamia» e quello della responsabilità, il «tempo operatore della pena» e quello «riconfigurato»; c’è il «presente del passato», il tempo «sospeso» che diventa ancora più sospeso con la pandemia, il tempo del procedere, della «guarigione» e quello che non ha fine, mai. Il tempo recluso e quello liberato; il «nontempo» che prende il posto del «nonluogo» di augéniana memoria. È su questo filo rosso del concetto del tempo che non scorre allo stesso modo per tutti (come spiega in un’apposita sezione il fisico teorico Carlo Rovelli distinguendo il «tempo proprio» della fisica contemporanea da quello «universale» della...