Alle 16 di ieri erano tutti rientrati nelle celle i detenuti del carcere di Avellino che per un paio d’ore hanno messo in atto una protesta. Agenti di polizia, carabinieri, guardia di finanza e municipale hanno cinturato nel primo pomeriggio l’intera area esterna della casa circondariale. La scintilla è partita al primo piano, dove ci sono 52 detenuti: i primi a protestare sono stati quattro reclusi a cui sono state fatte delle contestazioni, l’aggressione ai danni del medico del carcere la più grave. I quattro sono diventati una ventina: c’è stata la distruzione di suppellettili della sezione mentre si asserragliavano all’interno. L’incontro con le autorità ha riportato la calma e alle 16 era tutto rientrato. I sindacati di polizia hanno diffuso la notizia di una «vera e propria rivolta» e a ruota sono partite le ricostruzioni con agenti feriti e «detenuti che si stanno organizzando con olio bollente ed altro materiale atto ad offendere pronto a essere usato contro il personale di Polizia penitenziaria».

Spiega il garante dei detenuti della Campania Samuele Ciambriello: «La tensione è rientrata. Il procuratore capo di Avellino Domenico Airoma, la magistrata di sorveglianza Francesca De Marinis, il provveditore campano dell’amministrazione penitenziaria Lucia Castellano, la direttrice dell’istituto Concetta Felaco e io abbiamo parlato con i detenuti. Ci sono state quattro contestazioni, una per l’aggressione al medico, un altro è stato trovato con un telefonino. Ma non c’è stato nessuno scontro con gli agenti, piuttosto un confronto: alcuni chiedevano di essere trasferiti, altri volevano avvicinarsi alla famiglia. La stragrande maggioranza ha chiarito di non voler entrare nella spirale della rivolta e quindi tutto è rientrato. I quattro da cui è partita la protesto nel pomeriggio sono stati trasferiti in altre strutture. Nessun olio bollente ma l’esplosione di un disagio, solo 15 giorni fa un detenuto qui ad Avellino è salito sul tetto. Basterebbe più dialogo, più figure sociali».

Giuseppe Moretti e Ciro Auricchio del sindacato di polizia penitenziaria Uspp commentano: «I poliziotti penitenziari della Campania sono in uno stato di abbandono ed è inaccettabile l’inerzia dei vertici dell’amministrazione rispetto alle nefaste condizioni lavorative del personale: più volte abbiamo denunciato la situazione del carcere di Avellino dove, oltre al sovraffollamento, mancano sessanta agenti dalla pianta organica».