Era il 1973. Io abitavo in via Dei Bresciani a Campo dei fiori, con una amica di Angela Pascucci. In quella casa, oltre Angela, capitava pure Stefano Chiarini. Eravamo studenti all’università. Facevamo gruppo e andavamo insieme ad assemblee e manifestazioni, ricordo bene quella dell’11 settembre di quell’anno contro il golpe in Cile. Eravamo tutti del Manifesto e passavamo interi pomeriggi a discutere i temi che ci proponeva il giornale. Era il tempo anche delle reciproche confidenze sugli amori che nascevano e poi finivano troppo in fretta. Spesso andavamo al cinema: Rialto, Nuova Olimpia, Farnese, Quirinale. Angela aveva già un carattere forte e una innata curiosità intellettuale. Non le bastavano slogan e propaganda. Ho negli occhi quelle giornate giovanili e non posso che commuovermi.

Ci siamo ritrovati anni dopo – io, Angela e Stefano – al giornale in via Tomacelli. La nostra amicizia si cementata ancora di più. La consuetudine ci portava spesso a bisticciare. Ognuno aveva le sue fisse. Stefano: Irlanda, Filippine, Palestina. Angela: economia e Cina. Io: Cuba. Dopo la discussione, se era stata particolarmente animata, arrivavano le scuse e gli abbracci di consolazione. Angela era poi una compagna e collega particolare: cortese, disponibile, dialogante, collaborativa e vogliosa di capire. Quando ha assunto incarichi di responsabilità nel giornale (Consiglio di amministrazione, Sezione esteri) lo ha fatto sempre con spirito di servizio alla causa comune, pur sapendo che doveva togliere del tempo alla sua amata Chiara per cui stravedeva.
Siamo rimasti amici sempre, malgrado le nostre strade si siano separate. Ogni volta era un piacere telefonarsi e chiacchierare. Pure le malattie ci hanno unito, da lontano e trepidanti l’uno per l’altra: abbiamo trascorso periodi diversi nella Clinica Santa Lucia. Quando sono stato dimesso, abbiamo organizzato una festa. Ricordo l’incoraggiamento che mi venne quella sera da Angela, quando ero ancora sulla sedia a rotelle. Poi ci siamo rivisti a cena con altri amici e compagni. Era iniziata la sua lotta tenace. Ora non mi resta che pensarla sorridente, come l’ amica di una vita intera.