Massimo Zedda ha provato a estendere il Campo largo a Calenda ma è stato costretto fare marcia indietro e a tornare dentro il perimetro dell’alleanza che ha vinto le regionali dello scorso febbraio. A fare cambiare idea al presidente dei Progressisti, candidato sindaco alle comunali nel capoluogo regionale sardo, è stata l’opposizione durissima dei 5 Stelle, del Pd, di Avs e di Sinistra futura, gli alleati che hanno portato Alessandra Todde al governo della Sardegna. Tre giorni fa i calendiani avevano annunciato, con tanto di comunicato ufficiale, di avere raggiunto un accordo con Zedda per le elezioni dell’8 e il 9 giugno. E il candidato sindaco aveva confermato: «Apprezzo la scelta di Azione di sostenere la coalizione e la mia candidatura con una propria lista». Immediatamente era partito il fuoco di fila contrario. I pentastellati, il Pd e le formazioni alla sinistra dei dem richiamavano Zedda al rispetto degli accordi che avevano portato alla sua designazione come leader della coalizione: paletti rigidi contro le forze politiche di centro (Azione, Iv e +Europa) che alle regionali si erano schierate a sostegno di Renato Soru contro Todde. Tutti chiedevano a Zedda di annullare l’accordo con i calendiani.

Ieri pomeriggio un vertice dell’alleanza ha sancito il passo indietro di Zedda: niente più patto elettorale con Azione. «Abbiamo preso atto – dice Zedda al manifesto – che il tentativo dei Progressisti di rafforzare il Campo estendendone i confini al centro non ha spazi di praticabilità politica. Alle comunali si presenterà lo stesso schieramento che ha vinto le regionali. Eventuali allargamenti potranno riguardare solo liste civiche non collegabili, direttamente o indirettamente, a formazioni politiche. Crediamo che il progetto del Campo largo abbia una sua coerenza, che vogliamo mantenere ben netta e riconoscibile».

Il senso politico del tentativo fallito di accordo con Azione stava nell’esigenza, avvertita dai Progressisti, di contrastare al centro l’avversaria di Massimo Zedda: Alessandra Zedda. Nonostante il suo recente passaggio da Forza Italia alla Lega, la candidata sindaca del centrodestra, ex vice presidente nella giunta del sardo-leghista Christian Solinas, è un nome capace di drenare molti voti proprio al centro dello schieramento elettorale. L’alleanza con Calenda serviva, nelle intenzioni dei Progressisti, a limitare l’influenza di Alessandra Zedda tra gli elettori moderati.

Diversa la valutazione dei 5S, preoccupati che il patto con Azione avesse l’obiettivo sì di allargare l’alleanza, ma anche di ridimensionare il peso dei pentastellati nel Campo largo. Tra i voti moderati cercherà di pescare la civica di Giuseppe Farris, ex Forza Italia. Mentre al consenso degli elettori di centrosinistra punta la lista Alternativa di Emanuela Corda, ex deputata 5 Stelle espulsa dal movimento nel febbraio 2021 per non avere votato la fiducia al governo Draghi.