Ancora una volta, tra polemiche e divisioni, una giunta comunale tenta di affermare una cultura nostalgica con l’intenzione di intitolare una via a Giorgio Almirante, leader del Msi. Succede a Trieste. Mercoledì sera, mentre nella piazza centrale della città decine di persone protestano contro la proposta nell’aria, l’assessore all’educazione Angela Brandi fa propria una mozione del consigliere di Fratelli d’Italia Claudio Giacomelli sostenuta da un’altra simile presentata dall’ex Lega Nord Fabio Tuiach, impedendo di fatto la discussione in consiglio.

La mozione chiede di dedicare uno spazio cittadino a Giorgio Almirante che, secondo Giacomelli, «si è sempre battuto per l’italianità di Trieste, dove fu eletto consigliere comunale con migliaia di preferenze. Mi sembra il minimo che Trieste riconosca la sua figura». figura che Fabiana Martini, capogruppo Pd in consiglio, bolla invece come «espressione di una cultura antitetica alla Resistenza».

In effetti Almirante ha avuto a che fare con il capoluogo giuliano. Nel 1938, proprio a Trieste, il duce aveva annunciato l’emanazione delle leggi razziali e, nello stesso anno, il segretario di redazione de La difesa della razza (pubblicazione con vocazione “scientifica”) scriveva che «il razzismo è il più vasto e coraggioso riconoscimento di sé che l’Italia abbia mai tentato». La firma era di Almirante, che aderì alla Repubblica Sociale, e la stessa firma si trova anche nell’ordine di fucilazione dei partigiani e di chi non aveva intenzione di collaborare o di entrare direttamente nelle fila naziste. Nel dopoguerra, invece, fu tra i fondatori del Msi, con il quale entrò in Parlamento nel 1948 per essere poi rieletto in altre nove legislature.

Ora, mentre continua la levata di scudi da parte delle opposizioni e dell’Anpi, il sindaco di centrodestra Roberto Dipiazza prende le distanze e afferma candidamente che «la via non si farà». Ma la questione rimane aperta rispetto alle modalità utilizzate mercoledì sera, cioè al mancato coinvolgimento dell’aula deciso dalla giunta, che ha svuotato di valore il consiglio comunale come organo di rappresentanza. Ma soprattutto, in città, rimane alta l’attenzione suscitata dalle mosse della destra triestina. Infatti, il mare è mosso anche su altre questioni.

Poche settimane fa, Tuiach aveva sostenuto con convinzione che «il femminicidio è un’invenzione della sinistra». In seguito a questa frase era stato allontanato dalla Lega ma è poi apparso a Roma sul palco del corteo di Forza Nuova, la stessa formazione politica che oggi a Trieste protesterà contro ius soli e immigrazione. A poca distanza, il corteo della rete femminista «Non una di meno» sfilerà per alcune vie cittadine per dire no alla violenza di genere, in vista della manifestazione nazionale che si terrà nella capitale il 25 novembre, nella Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.