Colombia, accordo con i gruppi armati

«La pace totale sarà una realtà», ha twittato il primo gennaio il presidente della Colombia Gustavo Petro. Il suo governo ha siglato un cessate il fuoco di sei mesi con5 dei principali gruppi armati del Paese: l’Eln , i gruppi fondati da ex membri delle Farc – Segunda Marquetalia e Estado Mayor Central – il Gruppo di autodifesa della Sierra Nevada e l’organizzazione paramilitare Agc (Forze di autodifesa Gaitaniste). Il cessate il fuoco, ha aggiunto Petro, «è prorogabile a seconda del progresso delle negoziazioni». Ed è un «atto coraggioso», che «obbliga le organizzazione armate e lo stato a rispettare» l’accordo bilaterale «attraverso un meccanismo di verifica nazionale e internazionale».

Assalto alla prigione, 14 morti in Messico

Sono 14 le vittime – 10 guardie e 4 detenuti – dell’attacco di ieri alla prigione di Chihuahua a Ciudad Juarez, in Messico. Nello scontro sono rimaste ferite 13 persone, e sono evasi 24 detenuti. L’attacco è cominciato alle sette del mattino (ora locale), quando un gruppo armato di uomini vestiti di nero e meglio armati delle forze dell’ordine – secondo le parole di una testimone – ha aperto il fuoco contro la polizia del carcere dove sono detenuti membri di diverse gang e cartelli messicani. Che si tratti proprio di un’azione dei cartelli è dato quasi per scontato, anche se le autorità non hanno ancora dato conferme o informazioni sull’accaduto: la procura locale ha solo promesso un’indagine approfondita. Non si sa neanche se altri due attacchi avvenuti ieri – una sparatoria contro la polizia in una strada vicina al carcere minuti prima dell’evasione e un’aggressione armata che ha fatto due vittime in un’altra zona della citt à -siano collegati alla fuga. Ad agosto la stessa prigione è stata teatro di una rivolta che si è estesa alla città e ha fatto 11 vittime.

Venezuela, Guaidò costretto a mollare

Il parlamento del Venezuela, venerdì, ha eliminatola carica di presidente ad interim. Come conseguenza l’autoproclamatosi presidente, nel febbraio del 2019, Juan Guaidò ha dovuto abbandonare la sua carica politica. La decisione, come scrive la testata venezuelana El Nacional, era già stata presa una settimana fa, ma su richiesta di Guaidò era stata decisa una seconda riunione che si è conclusa con 72 voti favorevoli all’eliminazione della carica contro i 29 contrari. Guaidò decise di autoproclamarsi presidente ad interm non riconoscendo la vittoria dell’attuale presidente Nicolas Maduro. Questa mossa gli garantì l’appoggio degli Usa e di tutta la Ue.

Stadio pieno per l’ultimo saluto a Pelè

Ieri mattina la bara con il corpo di Edson Arantes do Nascimento, meglio noto come Pelè, è stata posizionata al centro dello stadio dello storico club Santos, a San Paolo, dove giocava. Migliaia di cittadini, tra i quali anche il neo presidente Lula, e vecchi compagni del fantasista per antonomasia si sono presentati allo stadio per dare l’ultimo saluto al loro idolo e compagno. Martedì ci sarà una processione per le strade di Santos per accompagnare il feretro alla sepoltura. Per la morte di Pelè sono stati istituiti tre giorni di lutto nazionale. (Foto Ap)