2 militari francesi uccisi in Burkina, liberi gli ostaggi

Due turisti francesi che erano stati rapiti lo scorso 1 maggio in un parco nazionale del Benin sono stati liberati nelle prime ore di ieri con un intervento delle truppe speciali di Parigi nel nord del Burkina Faso. Liberi anche altri due ostaggi, un sudcoreano e una statunitense, reclusi nello stesso luogo . Ma sono 4 anche i morti: oltre a due rapitori, nel raid sono rimasti uccisi due sottufficiali del Comando operazioni speciali, presente nella regione saheliana nel quadro dell’operazione «antiterrorismo» Barkhane.

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Iraq, l’Isis torna a colpire Baghdad: 4 morti al mercato

Sembra diventato un marchio di fabbrica, brutale e doloroso: l’attentato kamikaze nei mercati di Baghdad durante il Ramadan. Da anni ormai lo Stato islamico, vivo e vegeto seppur senza territorio, colpisce la capitale irachena nel mese sacro, quando le famiglie spezzano il digiuno insieme nelle strade della città. Giovedì notte nel mirino dell’attentatore suicida c’è stato nuovamente il quartiere di Sadr City, roccaforte del movimento sadrista: è saltato in aria in un mercato, uccidendo almeno quattro persone e ferendone sei. L’attacco arriva a pochi giorni dalla riapparizione del «califfo» al-Baghdadi che annunciava nuovi attentati.

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Fuoco israeliano sulla Marcia: una vittima a Gaza

Dopo i tre giorni di bombardamenti aerei israeliani (27 palestinesi uccisi) e di missili di Hamas (4 israeliani uccisi), ieri è stato un nuovo venerdì di Marcia del Ritorno a Gaza: l’esercito israeliano ha aperto il fuoco e ha ucciso un giovane di 24 anni, Abdullah Gomaa Abdel, colpito allo stomaco. Almeno 30 i feriti. Le proteste contro l’assedio e per il diritto al ritorno proseguono dal 30 marzo 2018, ininterrotte.

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Liberia, Weah ammette: sottratti i soldi dei donatori

Il presidente della Liberia, George Weah, lo ammette e si scusa: il governo ha prelevato senza permesso fondi dei donatori internazionali, depositati nelle banche del paese, per pagare gli stipendi dei dipendenti pubblici. Lo ha reso noto il portavoce di Weah, aggiungendo che il denaro sarà restituito. Il presidente è stato costretto ad ammettere il «furto» dopo la pubblicazione di una lettera firmata dagli ambasciatori di Ue, Usa, Regno unito, Francia, Germania, Giappone, Norvegia, Irlanda e Svezia che chiedeva a Weah conto del denaro sottratto. «Parte del denaro è stato usato per pagare gli stipendi – ha detto il portavoce – per Natale e Capodanno».