Lo Stato più popoloso della Germania si tinge di Verde. Al secondo turno delle elezioni amministrative nel Nordreno-Vestfalia i Grünen conquistano Acquisgrana, Wuppertal e soprattutto l’ex capitale Bonn: per oltre un ventennio roccaforte socialdemocratica e nell’ultimo lustro caposaldo dei democristiani.

L’esito delle urne di domenica scorsa certifica il vero e proprio boom degli ambientalisti nel Land nevralgico per l’economia quanto per la politica tedesca: +8,3% dei consensi rispetto al 2015 rappresenta il record storico, già certificato con il primo turno il 13 settembre quando i Verdi avevano sfondato quota 20% in tutte le circoscrizioni, fermandosi solo tre punti dietro alla Spd.

Proprio dal partito del vicecancelliere Olaf Scholz (candidato a sostituire Angela Merkel alla cancelleria il prossimo autunno) sono confluiti la maggioranza dei “nuovi voti” di chi ha deciso di voltare le spalle ai socialdemocratici crollati di oltre il 7%. Non è andata meglio alla Cdu incarnata dal governatore Armin Laschet (altro aspirante cancelliere).

Il fedelissimo di Merkel ha lasciato per strada il 3,2% dei consensi e perso perfino nella propria città natale. In pratica gli unici “sopravvissuti” allo tsunami degli ecologisti sono la Linke (3,8%, stesso risultato del 2015) e i liberali leggermente cresciuti (5,5%, +0,8%).

Come se non bastasse, il clamoroso risultato delle comunali collima con il sondaggio nazionale pubblicato sabato dall’istituto Forsa: la Cdu si conferma primo partito con il 35%, seguito da Verdi al 21% e dalla Spd che non riesce a schiodarsi dal 15%.

Un trend inarrestabile anche a Berlino: nel Municipio Rosso i Grünen sono diventati stabilmente la prima forza politica, con più di un quarto dei berlinesi pronti a votare Verde alle prossime elezioni locali. Significa avere convinto (come partito di governo) il 5% di votanti in più rispetto a cinque anni fa e avere ridotto la Spd alla stessa consistenza della Linke (15%).

Anche nella “Hauptstadt” si rileva l’identico drenaggio del Nordreno-Vestfalia: il consenso perduto dai socialdemocratici (-5%) coincide come un calco al guadagno degli ambientalisti. Eppure al di là delle cifre inequivocabili c’è poco di sorprendente, considerando che l’emergenza climatica rimane in cima alle preoccupazioni dei tedeschi, ben prima del Covid-19 e davanti agli Usa in formato Trump, mai così ostili alla Germania.

E se nel resto dell’Europa i Fridays For Future non sono ancora tornati all’epoca pre-lockdown, a Berlino venerdì scorso il movimento ha riportato in piazza oltre 22mila persone, nonostante le restrizioni per le manifestazioni di massa introdotte dopo l’assalto al Bundestag della destra anti-mascherine.

In ogni caso, il risultato di domenica resta «storico» come riassumono i Verdi del Nordreno-Vestfalia ed è anche una vittoria quasi tutta al femminile. La nuova borgomastra di Bonn è la 44 enne Katja Dörner, mentre a Sibylle Keupen, 57 anni, spetterà la guida del municipio di Acquisgrana per il prossimo lustro.

La prima diventa sindaco dopo aver incassato il 56% dei voti e sconfitto con 13 punti di distacco lo sfidante cristiano-democratico, Ashok Alexander Sridharan; la seconda sull’onda del 67,4% ha letteralmente stracciato l’altro candidato di punta del partito di «Mutti» Merkel, Harald Baal, regalando ai Verdi (per la prima volta) la conquista della città più occidentale della Germania.

A Wuppertal, centro industriale della Ruhr, invece, il merito è dell’economista Uwe Schneidewind, capace di battere il più che accreditato sindaco socialdemocratico uscente, Andreas Mucke, 53,5% contro 46,5%.