Free Patrick, Patrick libero. Lo hanno ripetuto tutti in corteo. Cinquemila persone che a Bologna si sono ritrovate nel cuore della città per dare il loro sostegno a George Patrick Zaki, studente di un master dell’università cittadina arrestato dal regime de Il Cairo per avere criticato su facebook la dittatura di Abdel Fattah al-Sisi. Cittadino egiziano, e quindi soggetto alle leggi di quel Paese, «ma Patrick è uno di noi e ha il diritto di continuare i suoi studi e tornare in aula il prima possibile», hanno ripetuto le sue compagne e i suoi compagni di corso. Che anche questa volta hanno manifestato in ogni lingua possibile e con lo striscione «Freedom for Patrick».

Assieme a loro tanti bolognesi, studenti, professori dell’Alma Mater, attivisti di Amnesty International, dei centri sociali che hanno chiesto «più azioni concrete e meno proclami», del movimento delle sardine, esponenti della politica cittadina e delle istituzioni. Un fiume umano e centinaia di cartelli. «La libertà è un diritto umano», «Stop al business delle armi in Egitto». In mezzo al corteo si è visto anche il maxi striscione: «Unibo, Eni, governo, imprese. Rompiamo gli accordi economico con la dittatura di Al-Sisi». Poi i cori, a squarciagola. «Se non lo liberate, noi non ci arrendiamo». «Vita, diritti, libertà».

Un corteo che è terminato in Piazza Maggiore con la lettura di alcuni brani della Dichiarazione universale dei diritti umani e con la canzone «Imagine» di John Lennon. Un corteo che ha portato in piazza tutta la città. Sindaco e rettore, Virginio Merola e Francesco Ubertini, hanno sfilato assieme in testa al serpentone. «Quando tornerà daremo a Patrick la cittadinanza onoraria per festeggiare», ha promesso il sindaco in fascia tricolore. «Questo è il nostro grande abbraccio a Patrick. Non si deve sentire solo», ha detto il rettore.

A sostegno dello studente egiziano arrestato a Il Cairo non solo Bologna. Ieri sono scesi in strada anche gli altri sei atenei europei che, insieme all’Alma Mater di Bologna, aderiscono al consorzio “Gemma” da cui nasce il master a cui è iscritto Zaky. Iniziative di solidarietà sono state organizzate dalle Università di Granada, Oviedo, Utrecht, Lódz in Polonia, York e Budapest.

La pressione è anche verso il governo italiano e l’Ue. «Non è possibile passare sopra la libertà personale solo per vendere qualche nave o armamento. Se necessario ritirare l’ambasciatore», ha detto in chiusura di manifestazione il sindaco Virginio Merola rivolgendosi al governo.

Non sarà l’ultima manifestazione per Bologna. Zaki è un grande appassionato di calcio e ora l’appello di Amnesty International è anche ai tifosi del Bologna Fc. «Chiedetene la liberazione sabato 22 febbraio in occasione della partit». Una data importante, quella di sabato, perché mentre a Bologna si giocherà a pallone in Egitto una nuova udienza deciderà se prolungare la detenzione di Patrick o disporne la scarcerazione. Se Zaki diceva «Forza Bologna», ora – è l’invito – i tifosi espongano un loro maxi striscione: «Forza Zaki».